Affari Europei
Brexit, il no-deal fa paura agli italiani a Londra
NIENTE PERIODO DI TRANSIZIONE
Per i diritti acquisiti dai cittadini Ue residenti nel Regno, il rischio di una Brexit no-deal è legato al fatto che si annulla il periodo transitorio di circa due anni, previsto dall'accordo raggiunto dall'ex premier britannica Theresa May e che dava tempo ai meno informati di regolarizzarsi, ottenendo il cosiddetto "settled status", la residenza permanente. Londra ha promesso di salvaguardare i diritti dei cittadini Ue (3,5 milioni, di cui si stima gli italiani siano 700 mila, tra registrati aire e no), ma la differenza è che mentre con il periodo transitorio questi diritti sarebbero potuti essere difesi in sede di tribunali europei, con il no-deal saranno solo i tribunali britannici avere la possibilità di risolvere eventuali conflitti sul piano giuridico.
E' CORSA AI CONSOLATI ITALIANI
L'Italia, nel frattempo, ha rafforzato la sua rete consolare nel Regno Unito con l'assunzione di nuovo personale e il potenziamento delle sedi che stanno registrando un aumento di richieste di iscrizione al registro Aire, necessaria per regolarizzarsi e usufruire così della salvaguardia dei diritti acquisiti.
LONDRA POTREBBE CHIUERE LE FRONTIERE
Uno degli aspetti su cui regna ancora incertezza in vista di una probabile Brexit no-deal è cosa succederà se un cittadino Ue vorrà recarsi in Gran Bretagna, dopo il 31 ottobre. In teoria, finirà la libertà di circolazione e Londra applicherà anche ai membri Ue le leggi che regolano l'immigrazione da Paesi terzi, ma deve essere trovato un sistema che garantisca la reciprocità. A meno che non si concordi in tempi brevi con Bruxelles un sistema di mutua esenzione dai visti.
CAMPAGNA PUBBLICITARIA DEL GOVERNO IN VISTA DELLA BREXIT
“Preparatevi alla Brexit”: è l’invito lanciato ai cittadini dalla maxi campagna pubblicitaria da 100 milioni di sterline lanciata dal governo britannico in vista della scadenza del 31 ottobre. Nel dare il via all’iniziativa di comunicazione, Michael Gove, ministro incaricato dei piani no-deal, ha sottolineato che vuole “incoraggiare una responsabilità condivisa” per prepararsi a lasciare l’Unione europea.
Per i prossimi due mesi, mega cartelloni in strada, avvisi sui social, in tv e alla radio e volantinaggio informeranno i cittadini su cosa fare e non fare dopo la fatidica scadenza, con un’attenzione particolare a quelle persone e realtà imprenditoriali che viaggiano e fanno affari con l’Europa. La campagna pubblicitaria incoraggia la gente a collegarsi all’apposita sezione del sito governativa – gov.uk/brexit – dove trovare informazioni dettagliate, fare domande e ricevere consigli. Gove ha sottolineato che “assicurarsi che la Gran Bretagna lasci l’Ue in modo ordinato non è soltanto una questione di importanza nazionale ma una responsabilità condivisa”.
La campagna pubblicitaria governativa sulla Brexit è lanciata in pieno clima di protesta contro la sospensione del Parlamento decisa dal premier Boris Johnson; l’opposizione Labour intende presentare nelle prossime una legge per scongiurare il no-deal. Lo stesso Gove è stato criticato dal British Retail Consortium per le sue dichiarazioni “categoricamente false”, secondo le quali, in caso di no-deal, non ci sarà alcuna penuria di cibo fresco.