D'Alema bacchetta il Pse: non prendete posizioni sul referendum
D'Alema censura il Pse: sbagliato l'endorsement. Stanishev? Non ha letto la riforma e non sapeva che Cgil e Anpi si sono schierati contro
Il risultato del referendum sulla Costituzione del prossimo 4 dicembre non rappresenta un pericolo per la stabilita' del governo italiano: ne e' convinto il presidente della Fondazione per gli studi progressisti europei, Massimo D'Alema, che ha partecipato a Bruxelles al lancio del nuovo movimento "Insieme", sostenuto dalle forze socialiste.
"Non riguarda la stabilita', ma riguarda alcune delicate regole" della Costituzione. Riferendosi ai timori europei di una possibile vittoria del "no", considerata nelle capitali come un fattore di indebolimento del governo in carica, D'Alema ha osservato: "anch'io auspico la stabilita' nel nostro Paese. Solo, vorrei chiarire a tutti i nostri interlocutori cio' che Matteo Renzi non spiega, che il referendum non ha nulla a che vedere con la stabilita'. Questo e' il punto".
A D'Alema non e' piaciuta la scelta del presidente del Pse (di cui il Feps fa parte), Sergei Stanishev, di appoggiare ufficialmente il "si" alla riforma proposta dal governo. "Gli ho spiegato - ha detto - che l'Associazione nazionale dei partigiani italiani e il maggior sindacato italiano, quello piu' legato alla sinistra, si sono schierati per il no: lui non lo sapeva e gli ho fatto capire che e' una questione molto controversa, che divide il campo della sinistra, su cui onestamente il Pse dovrebbe astenersi dal pronunciare giudizi. Ho chiarito ai Socialisti Europei che non ci sono le elezioni politiche in Italia, dove ragionevolmente i socialisti europei sosterrebbero il Pd, in quanto membro del Partito Socialista Europeo, ma c'e' un delicato referendum costituzionale che divide profondamente la sinistra", ha aggiunto.
Quanto all'appoggio incassato da Renzi a Washington, secondo D'Alema persiste l'equivoco sul fatto che "all'inizio ha detto se non vince il si' io mi dimetto, ma poi lui stesso ha detto che era un errore. Non credo che il presidente degli Usa abbia studiato la riforma costituzionale italiana e che abbia voluto esprimere un giudizio di merito: evidentemente", secondo D'Alema, Obama ha espresso "un giudizio politico: comprendo le ragioni per le quali il presidente Usa cosi' come i socialisti europei sono preoccupati della stabilita' del nostro Paese". In ogni caso, ha aggiunto D'Alema, sostenitore del "no", poiche' "il referendum non riguarda la stabilità del nostro Paese, bensi' alcune delicate regole della nostra Costituzione, e quindi della nostra democrazia", la scelta "non puo' che riguardare in modo esclusivo la sovranita' e il diritto degli italiani".