Affari Europei

Ecco chi sono i Valloni, che tengono in scacco Ue e Canada

La Vallonia ha votato contro il Ceta, bloccando di fatto l'accordo di libero scambio tra Europa e Canada. Ecco chi sono i Valloni e cos'é il Ceta

La Vallonia - il cui parlamento dice 'no' al Ceta, il trattato di libero scambio Ue-Canada - e' una regione del sud del Belgio, leggermente piu' piccola del Lazio, di circa 3 milioni di abitanti. E' una delle tre entita' regionali in cui e' suddivisa la federazione belga, a cui si aggiungono le tre comunita' linguistiche, quella francofona, quella fiamminga e quella germanofona, anch'esse considerate entita' federali e politicamente rilevanti ed autonome.

La Vallonia, con capitale Namur, e' francofona, cioe' di lingua francese. Le altre due regioni federali sono le Fiandre, di lingua fiamminga e la regione di Bruxelles, bilingue. La Vallonia ha un Parlamento autonomo di 75 membri, che lo scorso 10 ottobre ha votato contro il Ceta, il trattato di libero scambio tra l'Unione europea e il Canada. In pratica la Vallonia ha posto il veto alla firma da parte del Belgio al trattato tra Ue e Canada. Con 44 voti favorevoli e 22 contrari i valloni hanno approvato una risoluzione in cui il Parlamento chiede al governo vallone di non accordare pieni poteri al governo federale per siglare il Ceta. 

"Non daro' mai pieni poteri al governo federale" ha dichiarato il capo del governo vallone, il socialista, Paul Magnette. Il parlamento vallone, in quanto organo legislativo federale, ha competenza sui trattati internazionali e dunque ha il potere di bloccare l'eventuale ratifica del Ceta da parte del governo e del Parlamento nazionale. "Non siamo anti-atlantisti - spiega la parlamentare socialista vallone Olga Zrihen - ne' siamo contro il libero scambio, la nostra non e' un'opposizione al Canada, perche' l'assenza di garanzie che denunciamo nel trattato vale anche per la societa' civile canadese"

Agli occhi dei socialisti valloni il Ceta rischia di scardinare il modello agricolo della regione edi far saltare i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell'ambiente. L'altro grosso ostacolo sono le norme sugli arbitraggi, previste dal Ceta in caso di controversie commerciali che, secondo i valloni, metterebbero in dubbio la capacita' legislativa degli stati nazionali. "Il trattato - sostiene la Zrihen - non riguarda solo i dazi ma mette in gioco la nostra identita' europea".

La Vallonia e' un regione che ha attraversato una pesante crisi tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta. Gran parte del suo tessuto industriale e in particolare il settore siderurgico si e' sgretolato sotto i colpi della deindustrializzazione e ora la sua struttura produttiva e' profondamente cambiata e si regge soprattutto sulla piccola e media impresa, che ha un forte radicamento nel comparto agroindustriale. Il timore dei valloni e' che il Ceta apra la strada al Ttip, il trattato di libero scambio tra Usa e Ue, attualmente incagliato, soprattutto per l'opposizione della Francia e degli ambientalisti. Il governo belga e la commissione europea hanno avviato una difficile trattativa per ammorbidire la posizione della Vallonia, il negoziato e' ancora in corso ma finora non ha prodotti i risultati sperati. Il premier Magnette ha definito oggi "insufficienti" le proposte di compromesso presentate dalla commissione Ue. "Ci sono dei passi in avanti significativi - dice - in materia di agrocoltura, ma sugli arbitraggi non ci siamo".

Il Presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, ha incontrato separatamente la ministra canadese per il Commercio internazionale, Chrystia Freeland, e il Presidente della Vallonia, Paul Magnette, sull'accordo Ceta tra Ue e Canada. "Questi incontri - ha affermato Schulz al termine - mi danno motivo per essere ottimista su una positiva conclusione il piu' presto possibile per il Ceta. Non ci sono ostacoli insormontabili e l'accordo Ceta puo' diventare un successo per tutti coloro che hanno contribuito a crearlo".

"Non dispero che troveremo una soluzione nei prossimi giorni". Lo ha detto il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker riferendosi all'accordo Ceta tra l'Unione europea e il Canada.

CHE COS'E' CETA? ECCO TUTTO QUELLO CHE C'E' DA SAPERE

Il Ceta - il cui varo e' incagliato al Consiglio europeo - e' l'Accordo economico e commerciale globale tra l'Ue e il Canada. I negoziati sono cominciati nel 2009 e si sono conclusi nel 2014. Obiettivo del trattato e' eliminare al 99% i dazi doganali e altri ostacoli alle reciproche esportazioni e all'accesso agli appalti pubblici, aprire il mercato dei servizi, offrire agli investitori condizioni prevedibili e "prevenire le copie illecite di innovazioni e prodotti tradizionali dell'Ue". Il Ceta "una volta applicato - sostiene la Commissione europea - offrira' alle imprese europee nuove e migliori opportunita' commerciali in Canada e sosterra' la creazione di posti di lavoro in Europa". La firma e' prevista per il 27 ottobre prossimo durante il vertice Ue-Canada. Ma per l'approvazione definitiva occorre la ratifica dei governi degli Stati membri Ue e del parlamento europeo. La sigla del Ceta e' pertanto bloccata, al momento, dalla opposizione del parlamento della Vallonia, che ha assunto una posizione radicale contro il trattato da cui teme effetti negativi sulle proprie imprese e sull'occupazione.

ESPORTATORI UE RISPARMIERANNO 500 MLN DA ABOLIZIONE DAZI Secondo la Commissione europea, i vantaggi del Ceta sono quantificabili: dall'abolizione dei dazi gli esportatori Ue risparmieranno circa 500 milioni di euro l'anno. Le imprese parteciperanno agli appalti in Canada, accederanno ai servizi e agli investimenti, potranno trasferire il proprio personale oltreoceano in via temporanea. Architetti, ingegneri ed esperti contabili potranno fornire i loro servizi in Canada. Saranno piu' tutelati i prodotti Ue, dalle opere d'arte ai formaggi, alle innovazioni, da copie illegali.

NIENTE PIU' "COPIE" DI PROSCIUTTTI E FORMAGGI Basta quindi alle contraffazioni canadesi del prosciutto di Parma, del prosciutto della Foresta Nera, del Parmigiano, del formaggio Roquefort. Difatti, l'ampia gamma dei prodotti Ue di indicazione geografica beneficera' con il Ceta di una "tutela supplementare". La Ue prevede benefici specialmente nel settore agricolo, perche' - scrive la Commissione - "l'apertura dei mercati puo' contribuire a mantenere bassi i prezzi, offrendo ai consumatori una scelta piu' ampia".

UNA BARRIERA ALLE BISTECCHE ALL'ESTROGENO L'accordo non incidera' sulle norme ambientali Ue in materia di sicurezza alimentare. Questo significa che i prodotti canadesi potranno essere importati e commercializzati nei paesi europei solo se ne rispettano le normative. Non c'e' dunque alcun rischio, per esempio, sull'import di carni bovine: se i produttori canadesi vorranno distribuirle a Roma o Parigi, dovranno rispettare i vincoli Ue su ogm e ormoni della crescita. L'accordo prevede inoltre un sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti per proteggere "gli investitori stranieri dalle discriminazioni o dal trattamento iniquo da parte dei governi". Si tratta di un'azione a livello amministrativo, che non comporta interventi sulle leggi dei vari paesi ma offre agli investitori possibilita' di ricorso nei casi di licenze, permessi o promesse incagliate nella burocrazia di un singolo Stato. E' sulla falsariga di quanto avviene normalmente negli accordi gia' vigenti tra Ue e paesi di tutto il mondo o del Nafta, l'accordo di libero scambio Canada-Usa vigente dal 1994.

CETA E TTIP, DUE NEGOZIATI "DIVERSI" Il Ceta, sottolinea la Commissione europea, non ha nulla a che vedere con il Ttip (l'accordo commerciale negoziato con gli Usa): "Sono due negoziati distinti con due partner diversi. Negoziamo ciascun accordo separatamente e con condizioni differenti". Se il testo del Ceta sara' approvato, potra' entrare in vigore all'inizio del 2017.