Affari Europei

Elezioni Spagna, Sanchez dice no al PP. "Vogliamo un governo progressista"

Il partito socialista (Psoe) del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez non punta ad una grande coalizione con il Partito Popolare

ELEZIONI SPAGNA, IL SEGRETARIO PSOE: 'NON PUNTIAMO A GRANDE COALIZIONE CON PP'

Il partito socialista (Psoe) del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez non punta ad una grande coalizione con il Partito Popolare, ma aspira ad un governo "a carattere progressista". Lo ha detto il segretario organizzativo del Psoe, il ministro dello Sviluppo Josè Luis Abalos, all'indomani di elezioni che hanno riconfermato il Psoe primo partito, ma senza una maggioranza in grado di governare. La situazione emersa dalle urne è "complessa" e servirà "molto lavoro", ha dichiarato Abalos, spiegando che l'impegno del Psoe è di "cercare di articolare questa realtà complessa per porre un governo a carattere progressista". I socialisti "non puntano ad un governo di grande coalizione", ha proseguito riferendosi ad un'alleanza con il Partito Popolare, perché la destra "continua a non assumersi le sue responsabilità". 

SPAGNA: EL MUNDO, 'SERVE UNA COALIZIONE SOCIALISTI-POPOLARI'

Sanchez va dunque in direzione diversa rispetto a quanto richiesto dai media mainstream spagnoli. "Gli interessi generali della Spagna esigono una grande coalizione fra Psoe e Pp". All'indomani di elezioni che hanno reso ancora più precario il quadro politico spagnolo e visto un'importante avanzata dell'estrema destra di Vox, il quotidiano El Mundo chiede un governo di coalizione fra i socialisti del Psoe del primo ministro Pedro Sanchez e il Partito Popolare di Pablo Casado. "La vittoria socialista è chiara quanto la crescita del Pp. Pertanto, solo un grande accordo di forze costituzionaliste, con vocazione riformista e lo spirito di concordia inerente alla genesi della nostra democrazia permetterà di superare il blocco", scrive l'autorevole quotidiano madrileno, secondo il quale la grande coalizione "è una formula inedita per il nostro paese, ma assolutamente necessaria". Il voto ha prodotto "uno scenario politico più instabile, più frammentato e più ingovernabile", scrive ancora il quotidiano, accusando Sanchez di "irresponsabilità", "tatticismo" e "frivolezza" per aver preferito tornare alle urne invece che esplorare la possibilità di un accordo con Ciudadanos, mentre il paese si trovava ad affrontare la sfida secessionista catalana e si accumulavano i segnali di decelerazione economica.

Spagna: Rivera, dopo sconfitta lascio la vita politica

"Lascio la vita politica". Lo ha nel frattempo annunciato ai giornalisti, senza accettare domande, il leader di Ciudadanos Albert Rivera, uscito pesantemente sconfitto dal voto dele politiche di ieri in Spagna. Il partito ha perso piu' di due milioni e mezzo di voti e 47 seggi, rimanendo con solo 10 deputati al Congresso e come sesta forza in Parlamento. Al più presto, Ciudadanos terrà un congresso straordinario per eleggere un nuovo vertice. "Coerentemente con chi sono, non credo che sia sorprendente che mi dimetta. Che sia giusto o ingiusto, sono responsabile. E' quello che mi hanno insegnato i miei genitori e i miei insegnanti", ha spiegato Rivera. "E' un cattivo risultato, senza palliativi o scuse. I leader assumono in prima persona non solo i successi, ma anche i fallimenti", aveva già riconosciuto ieri Rivera in una breve apparizione dopo le 23.