Affari Europei

Gilet gialli, Macron accusa la Russia: "Mosca fomenta la protesta"

Il presidente francese Macron attacca la Russia per la presunta ingerenza nella protesta dei gilet gialli

Macron accusa la Russia di ingerenza nel movimento dei gilet gialli

Un'accusa di interferenza alla Russia è buona per tutte le stagioni. Per le elezioni negli Stati Uniti, per il referendum sulla Brexit, per le elezioni europee. E ora anche per la protesta dei gilet gialli. Il ministero degli Esteri russo si è rivolto all'ambasciata francese per avere chiarimenti in seguito alle dichiarazioni del presidente, Emmanuel Macron, il quale ha denunciato la presunta "ingerenza" dei media russi nella questione del movimento dei "gilet gialli". Il ministero degli Esteri russo ha chiesto se le parole del capo dello Stato della Francia possono essere considerate la posizione ufficiale dello stato francese. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, Macron ha accusato i media russi, in particolare "Rt" e "Sputnik", di fare propaganda. Il capo dello Stato francese ritiene inoltre che il movimento di protesta dei gilet gialli riceva consulenza dall'estero e che la loro attività sia sostenuta attraverso account "acquistati" sui social network. Zakharova ha definito queste accuse false e infondate. 

Macron porta il Grande dibattito nelle banlieue

Nel frattempo Macron ha scelto Evry-Courcouronnes per un confronto con 300 politici della regione Ile-de-France, tra sindaci e deputati, con la mediazione del ministro delle Collettivita' territoriali, Sébastien Lecornu, e del ministro per la Citta' e gli alloggi, Julien Denormandie. Sin dall'inizio della crisi dei gilet gialli, le banlieue sono state meno coinvolte nelle proteste rispetto alle zone rurali, tuttavia "non vanno lasciato da parte, anche i quartieri devono prendere parte al dibattito e diventarne protagoniste" recita una nota dell'Eliseo. Dopo un confronto con il presidente Macron, il ministro per l'Azione e i Conti pubblici, Gérald Darmanin, ha confermato la sua presenza nell'esecutivo, rinunciando alla poltrona di sindaco nella città di Tourcoing (est), dopo il decesso di quello in carica.