Affari Europei
Grecia, vertice straordinario a Bruxelles. Ma le proposte di Atene non convincono
Si è cercata una mediazione tra Bruxelles e Atene durante il week end, con telefonate incessanti tra il premier greco Alexis Tsipras e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Oggi si terrà il summit dei capi di Stato e di governo della zona euro a Bruxelles. Nessun accordo è in vista, ma dalle dichiarazioni post meeting si capirà se i negoziati stanno andando sulla strada giusta.
Tra poche ore si capirà se Atene e i suoi creditori arriveranno ad un accordo in extremis che eviti il default greco o se si andrà verso una rottura che potrebbe avere come conseguenza estrema l'uscita della Grecia dall'euro. Le diplomazie sono al lavoro in una gara contro il tempo, accelerata dalla corsa agli sportelli bancari da parte dei cittadini greci che secondo fonti non ufficiali hanno ritirato circa 4 miliardi di euro dai loro conti.
Intanto sabato il ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis, ha scritto un articolo per il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung per chiedere alla cancelliera tedesca Angela Merkel di prendere una "decisione chiara" affinche' si arrivi ad un "accordo onorevole". La Merkel puo' scegliere se raggiungere un "accordo onorevole con un governo che ha rifiutato il piano di salvataggio e aspira ad una soluzione negoziata", dice Varoufakis, oppure "cedere alle sirene del suo governo, che la incoraggiano a gettare a mare l'unico governo greco che, fedele ai suoi principi, puo' mantenere il popolo greco sul cammino delle riforme".
Insomma, è il pressing di Atene alla vigilia del tavolo, la Grecia sarebbe pronta ad un compromesso con i suoi creditori se arrivassero "segnali significativi" da parte della Merkel al vertice di oggi. "Tutti stiamo lavorando per dare una mano al Governo Tsipras", dice Matteo Renzi, ma "l'impegno europeo deve essere accompagnato da uno sforzo vero di riforme che Atene puo' e deve fare". "Noi - spiega - vogliamo che la Grecia resti nell'Euro e stiamo facendo di tutto perche' cio' si verifichi. Anche i greci devono, pero', fare la loro parte".
Intanto Atene ha presentato all'Unione europea le proprie proposte per una soluzione della crisi del debito che rischia di spingerla fuori dall'Eurozona. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, si legge in una nota del governo greco, ha messo a punto un pacchetto per un "accordo di reciproci benefici" con cui cercare di convincere la Commissione europea e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, a raggiungere una "soluzione definitiva" che risolva lo stallo tra Atene e i creditori.
Secondo la tv privata Mega, il piano prevede uno stop ai prepensionamenti a partire dal primo gennaio 2016, un aumento della "tassa di solidarieta'" per le persone che guadagnano piu' di 30.000 euro l'anno e per le societa' con utili superiori ai 500.000 euro. Inoltre il governo Tsipras metterebbe sul tavolo misure fiscali permanenti pari al 2% del Pil della Grecia e altri provvedimenti amministrativi per uno 0,5%, accogliendo le richieste dei creditori che sollecitavano misure pari al 2,5% del Pil. L'Iva verrebbe lasciata mantenuta alle attuali aliquote del 6,5%, del 13% e del 23 %, ma aumenterebbero alcune imposte sugli alimenti e sugli alberghi. Atene sarebbe anche pronta a mantenere la controversa tassa sugli immobili, l'Enfia, che si era impegnata ad abolire quest'anno.
Nell'attesa di vedere quali reazioni suscitano le nuove proposte di Atene, sullo scenario 'Grexit' sabato è intervenuto un membro del direttivo della Bce, Ewald Nowotony, che in una intervista ad un giornale austriaco sottolineaa che l'eventuale uscita della Grecia dall'euro costerebbe meno oggi di due anni fa. "Due anni fa c'era ancora un pericolo grave che il collasso della Grecia avrebbe avuto conseguenze su altri paesi del sud dell'Europa. Ma oggi e' diverso", ha detto Nowotny, secondo cui i mercati guardano alla Grecia come ad un "caso speciale: i costi di una 'Grexit' potrebbe essere significativamente minore oggi di due anni fa", ha aggiunto.