Migranti, centinaia in marcia dalla Serbia verso l'Ungheria: "Entreremo in Ue"
Oltre trecento migranti si sono messi in marcia da Belgrado in direzione della frontiera ungherese (nord) nella speranza di entrare in Unione Europea
PIU' DI 300 MIGRANTI IN MARCIA DALLA SERBIA ALL'UNGHERIA
Oltre trecento migranti si sono messi in marcia da Belgrado in direzione della frontiera ungherese (nord) nella speranza di entrare nell'Unione europea, due giorni dopo il referendum anti-immigrazione nel Paese magiaro, invalidato per non aver raggiunto il quorum. Scortato dalla polizia, il gruppo è arrivato nel primo pomeriggio a Zemun, un sobborgo a nordovest di Belgrado: lo ha riportato la televisione di stato (Rts) sul suo sito internet. In precedenza questi migranti avevano brevemente protestato nel centro di Belgrado, in prossimità della stazione ferroviaria, contro le misure anti-migranti dell'Ungheria rivendicando di poter entrare liberamente sul territorio dell'Unione Europea.
"NON VOGLIAMO ACQUA E CIBO, FATECI ENTRARE IN UE"
"Non abbiamo bisogno di cibo e acqua, vi chiediamo di aprire le frontiere", si leggeva su un cartello. Il numero di migranti bloccato in Serbia è aumentato da quando l'Ungheria ha adottato, lo scorso luglio, una legge che permette di ricondurre alla frontiera i migranti arrestati in un raggio di otto chilometri sul suo territorio.
GENTILONI ALL'UNGHERIA: "L'UE VA A SBATTERE SE NON SI RISPETTANO ACCORDI SUI MIGRANTI"
"Se l'Ue resta ferma al dogma dei decimali in economia e all'idea che ciascun Paese fa quel che vuole sul tema migratorio va a sbattere": così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, all'indomani del referendum in Ungheria sulla ripartizione tra i Paesi Ue dei migranti. "Quel voto", ha detto il ministro intervistato da La Stampa- è una sconfitta per chi l'ha promosso", il premier ungherese Viktor Orban. "Purtroppo, però, dire che questo significhi una svolta nella politica migratoria europea sarebbe un'illusione". "Io non posso credere - prosegue- che la Ue, così arcigna sui decimali di bilancio nonostante sia evidente la necessita' di dare impulso alla crescita economica, sia invece comprensiva verso Paesi riluttanti ad applicare le decisioni sui migranti o addirittura tollerante verso chi alza muri". "E' come -insiste il capo della diplomazia italiana- se ci fosse una specie di licenza di infrangere le regole per quanto riguarda la questione migratoria". E dunque ricorda che "a inizio anno l'Italia ha proposto il Migration compact, a giugno la Commissione l'ha fatto proprio, ma dopo 4 mesi non solo la parte operativa (le intese con 5 Paesi africani) è ferma ma addirittura lo stanziamento, seppur modesto, di 500 milioni di euro chiesto dalla Commissione, è stato bloccato".