Migranti, le relocation hanno fallito. Ue: "A giugno procedure d'infrazione"
Il piano delle relocation dei migranti da Italia e Grecia è fallito. E ora l'Ue minaccia infrazioni per chi non accoglie
Migranti, il piano delle relocation è fallito
La Commissione europea valuterà a giugno se aprire delle procedure di infrazione contro Ungheria, Polonia, Austria e Repubblica ceca per non aver rispettato il loro obbligo di accogliere richiedenti asilo da Italia e Grecia nell'ambito del programma europeo di redistribuzione (relocation in inglese). Questo è quanto si legge nel 12/mo rapporto sui progressi realizzati dal programma d'emergenza per l'accoglienza condivisa dei richiedenti asilo, adottato oggi dal collegio dei commissari.
Ue, a giugno possibili infrazioni per chi non accoglie
La Commissione ha chiesto a quegli Stati membri che non hanno accolto nessun rifugiato (Ungheria, Polonia e Austria) e a quelli che non hanno reso posti disponibili da quasi un anno (la Repubblica ceca) "di cominciare a farlo immediatamente e entro il prossimo mese. Se nessuna azione verra' presa, la Commissione specificherà nel suo prossimo rapporto a giugno la sua posizione nel far uso dei suoi poteri sulla base dei trattati e in particolare sull'apertura delle procedure di infrazione". Finora l'esecutivo comunitario aveva evitato di minacciare esplicitamente procedure di infrazione, privilegiando la pressione politica e il dialogo. "La solidarietà in termini legali, politici e morali non è suscettibile di essere interpretata in modo diverso", ha detto il commissario agli Affari interni, Dimistri Avramopoulos, chiedendo agli Stati membri che "hanno sistematicamente fallito nel rispettare i loro obblighi di iniziare a farlo subito".
Verso procedure di infrazione per Ungheria, Polonia, Austria e Repubblica Ceca
Il programma di relocation dei richiedenti asilo da Italia e Grecia verso altri paesi "può funzionare" se c'è spirito di "sincera cooperazione", spiega la Commissione nel rapporto. Il numero totale di ricollocamenti effettuati dall'inizio del programma (nel 2015, quando si era previsto che avrebbe coinvolto 160 mila profughi) al 12 maggio scorso e' di 18,418 persone (5,711 dall'Italia e 12.707 dalla Grecia), secondo le cifre contenute nel rapporto. La Commissione ha constatato un'accelerazione negli ultimi mesi; tuttavia all'attuale ritmo il numero di richiedenti asilo che saranno trasferiti in altri paesi europei e' "ancora al di sotto di ciò che è necessario per realizzare gli obiettivi" e "assicurare che tutti quelli che ne hanno diritto siano ricollocati nei prossimi mesi". L'esecutivo comunitario ha constatato che Ungheria, Polonia e Austria rimangono i soli paesi che non hanno ricollocato "una sola persona", mentre la Repubblica Ceca è rimasta inattiva "per quasi un anno" nell'ambito del programma. Nel rapporto non mancano critiche all'Italia per la gestione del programma. In particolare, la Commissione ha chiesto al governo di migliorare le procedure di identificazione e registrazione dei candidati a essere trasferiti in altri paesi europei e di creare "hub per la redistribuzione" dove canalizzare i richiedenti asilo che ne hanno diritto. L'Italia deve ancora assicurare che tutte le persone eleggibili per il ricollocamento siano registrate", si legge nel rapporto: "oltre ai 2.500 candidati alla relocation attualmente registrati in Italia, 700 persone dovrebbero essere registrate presto cosi' come gli oltre 1.100 eritrei che sono arrivati in Italia nel 2017".