Affari Europei
Migranti, operazione Ue pronta a fase due: operazioni militari per arrestare i trafficanti
Basta lavoro di intelligence, ora i militari impegnati nell'operazione EUNavfor Med vogliono passare ad operazioni in mare per contrastare gli scafisti, fino ad ora lasciati liberi di agire indisturbati. L'ammiraglio Enrico Credendino, a capo della missione militare Ue nel Mediterraneo ha proposto di passare alla fase 2 dell'operazione, che prevede l'intercettazione e il controllo di imbarcazioni sospette in acque internazionali. Lo scrive su Twitter Sabrina Bellosi, consigliera dell'Alto Rappresentante Ue per la politica estera, Federica Mogherini.
"L'ammiraglio Credendino propone agli ambasciatori Ue di passare alla fase 2 e di agire in mare aperto," scrive Bellosi. La fase 1, ormai conclusa, prevede la raccolta di informazioni sulle attività dei trafficanti. L'avvio della fase 2 non implicherebbe nell'immediato che le navi militari Ue entrino nelle acque territoriali libiche visto che manca ancora il via libera di Tripoli o delle Nazioni Unite. Il passaggio alla fase 2 richiede il via libera politico Ue. I ministri della difesa e degli esteri Ue ne discuteranno nelle loro riunioni informali previste a Lussemburgo la settimana prossima.
Se la missione avrà il via libera da parte dei ministri europei le imbarcazioni della missione EUNavfor Med potranno spingersi fino ai limiti delle acque territoriali libiche per controllare le imbarcazioni e soprattutto per arrestare i trafficanti di uomini. Ai militari sarà possibile usare la forza per assicurare alla giustizia i trafficanti e non dovremo più assistere a scene come quelle che si sono verificate nei mesi scorsi, in cui i libici hanno sparato per riprendersi le imbarcazioni da riutilizzare in nuovi viaggi.
La fase tre invece sembra più distante perché richiede una legittimazione internazionale. Andare ad agire nelle acque territoriali libiche significa infrangere la sovranità nazionale, un vero e proprio atto di guerra, anche se in Libia non esiste un governo unico. Sarebbe però questa la fase maggiormente necessaria perché permetterebbe di bloccare le carrette del mare prima che lascino le coste libiche e non quando sono già cariche di morti, asfissiati nelle stive o annegati.