Affari Europei
Tsipras di nuovo ai ferri corti con la Troika. 'No al pignoramento delle case dei poveri'
L'ex Troika ha sospeso l'erogazione di aiuti alla Grecia per due miliardi di euro, destinati alle banche, in attesa che si sciolga il nodo del pignoramento delle case degli indigenti. Secondo la legge greca infatti un proprietario di casa che si trova in difficoltà non può essere sfrattato e la sua casa messa all'asta se si trova in condizioni di povertà.
La Commissione europea e gli altri creditori internazionali chiedono che questo principio venga ammorbidito, visto che ha portato ad abusi da parte di alcuni, e che si garantisca alle banche la possibilità di rientrare dei prestiti effettuati. Il ragionamento è semplice: bisogna sì tutelare gli indigenti, ma anche gli istituti finanziari greci che negli ultimi anni sono stati messi a dura prova da crisi e ristrutturazioni.
Il premier Alexis Tsipras però non ci vuole sentire: non ha alcuna intenzione di modificare le legge come richiesto dalla Troika. Nello specifico la legge prevede la non pignorabilità della prima casa per un valore di 200mila euro per i single e di 250mila euro per le famiglie, a cui si aggiungono 25 mila euro per ogni figlio, fino ad un massimo di tre. Insomma, una coppia con tre figli può continuare ad abitare in una casa da 325mila euro.
Il punto cruciale è che lo sfratto non può avvenire per quelle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Per il governo l'asticella è fissata a 30mila euro al mese. La Troika vorrebbe abbassarla intorno ai 15mila, la metà. Elemento non da poco visto che attualmente ricadono nei confini della normativa circa il 55% dei casi, mentre con le riforme chieste da Bruxelles sarebbero appena il 15%.