Affari Europei

“Un piano di investimenti Ue per le infrastrutture”, la proposta di Maullu

Il rilancio economico dell’Italia è strettamente legato allo sviluppo del suo sistema infrastrutturale, in particolare al Nord. Ne è ben consapevole Stefano Maullu, Europarlamentare di Fratelli d’Italia e candidato alle Europee in una circoscrizione, quella del Nord Ovest, in cui il completamento delle infrastrutture strategiche appare del tutto bloccato, anche a causa dei litigi del governo sui dossier legati alle grandi opere.

Chi sperava che il nodo sulla Tav venisse sciolto prima delle elezioni europee, con una netta dichiarazione d’intenti del governo a favore della realizzazione dell’opera, è rimasto tristemente deluso. La connessione tra l’Europa e il tema delle infrastrutture è evidente, soprattutto per quel che riguarda il tema dei finanziamenti europei per le grandi reti infrastrutturali. Nel corso della sua esperienza da amministratore delegato di TEEM, la società incaricata della realizzazione della Tangenziale Esterna di Milano, Stefano Maullu riuscì a ottenere un finanziamento di 700 milioni di euro dalla BEI, la Banca Europea degli investimenti, giungendo poi al definitivo completamento dell’opera nel giro di pochissimi anni. Per lui, anche in virtù di questa fondamentale esperienza, il completamento delle grandi opere non è soltanto una priorità, è anche un preciso obiettivo da perseguire con forza e tenacia, anche attraverso una strategia europea. 

"Ho accettato di ricandidarmi alle Europee con uno scopo ben preciso: aumentare i finanziamenti europei per le infrastrutture italiane, in particolare per la Tav e per le grandi reti ferroviarie del Nord. Serve un vero e proprio piano europeo per le infrastrutture, un programma d’ampio respiro che comprenda massicci stanziamenti finanziari per rafforzare la connettività infrastrutturale del Nord – afferma Stefano Maullu, europarlamentare lombardo di Fratelli d’Italia e candidato alle europee; - L’obiettivo è chiaro: completare la Tav entro il 2030. In un momento storico in cui la crescita del Paese è pari a zero, gli investimenti nelle grandi opere infrastrutturali assumono un’importanza addirittura decisiva. Le opere come la Tav portano con sé crescita, sviluppo e lavoro per i territori, per cui devono essere assolutamente completate. Nello specifico, la Tav non porterebbe soltanto 50mila posti di lavoro, ma contribuirebbe in maniera decisiva anche al rilancio del Piemonte e di tutto il Nord Ovest, dando all’Italia la possibilità di inserirsi nel grande gioco dei corridoi commerciali europei. La Commissione UE, per il nuovo Connecting Europe Facility, ha proposto di stanziare 17,8 miliardi per gli investimenti strategici, tra i quali rientra anche la Tav. I prossimi anni, da questo punto di vista, saranno assolutamente determinanti per il completamento dell’opera. Alla Commissione non intendo chiedere unicamente di aumentare i fondi per le infrastrutture italiane, ma anche di dedicare una specifica attenzione a quelle che porteranno lavoro e crescita per i territori, proprio come la Tav o la Pedemontana lombarda, accelerando al massimo i tempi di realizzazione. È questa l’Europa che vogliamo: un’Europa vicina alle persone, alle esigenze del territorio. E i cittadini chiedono proprio questo: crescita e sviluppo, anche attraverso opere fondamentali come la Tav”. 

A fine aprile, il Parlamento Europeo ha approvato l’ambizioso Connecting Europe Facility, con il quale si intendono finanziare grandi progetti di connettività infrastrutturale in tutta Europa. Per il nuovo programma, la dotazione finanziaria proposta dalla Commissione UE è di 42,2 miliardi di euro, circa 10 miliardi in più rispetto al 2014-2020. 

“Voglio portare più risorse europee anche alla Liguria e al suo sistema portuale, in particolare al porto di Genova, che a mio avviso ha tutte le carte in regola per diventare il primo scalo d’Europa – prosegue Stefano Maullu; - Lo scalo genovese è il secondo in Italia per quantità di merci movimentate, ma rispetto ai competitor europei è ancora molto indietro. È proprio per questo che voglio tornare in Europa, per dare vita a una vera e propria battaglia per rafforzare il ruolo del porto di Genova in Europa e nel Mediterraneo, contrastando lo strapotere dei porti francesi, tedeschi e olandesi. Lo scalo genovese è già cresciuto dell’8.7% nell’ultimo anno, ma lo sviluppo del porto deve essere sostenuto concretamente anche dall’Europa. Bisognerà contrastare anche l’espansionismo della Cina, che controlla già lo scalo greco del Pireo, garantendo sempre la reciprocità e la tutela dell’interesse nazionale in ogni accordo commerciale con i cinesi. Senza reciprocità, le porte alla Cina devono restare chiuse”. 

Grandi opere, porti, ma anche infrastrutture di collegamento locali, proprio come la Pedemontana lombarda o la Asti-Cuneo. Per Stefano Maullu, lo sviluppo infrastrutturale rappresenta l’unico vero volano per lo sviluppo di tutto il Paese, per la creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche per stimolare la crescita economica ad ogni livello. Ciò è vero soprattutto per regioni come la Liguria, il Piemonte e la Lombardia, tuttora considerata l’autentica locomotiva d’Italia.

“Bloccando le opere strategiche e le infrastrutture, il governo gialloverde ha tradito le aspettative dei produttori del Nord, degli imprenditori e di tutti coloro che producono ricchezza per il Paese. E la Lega, da questo punto di vista, si è rivelata un’inattesa complice del Movimento Cinque Stelle, della sua immotivata avversione contro le grandi opere che sta paralizzando l’Italia – prosegue l’eurodeputato Stefano Maullu; - È anche per questo che l’unico voto utile è quello dato a Fratelli d’Italia: il nostro partito è l’unico ad avere le idee chiare, specialmente in materia di infrastrutture. Vogliamo andare in Europa per proporre un grande piano europeo di investimenti per le infrastrutture, con grandi stanziamenti di risorse comunitarie soprattutto per l’Italia e le sue reti infrastrutturali. Dallo sviluppo logistico e infrastrutturale del Nord Ovest, per noi, dipenderà la ripresa economica e la crescita di tutta l’Italia. Soltanto in questo modo potremo difendere concretamente gli interessi nazionali. Non con la propaganda, i selfie o le dirette Facebook, ma con i fatti”.