Da Israele arriva in Italia la prima bistecca vegetale stampata in 3d
Il primo filetto sintetico sbarca nei ristoranti italiani. L'azienda produttrice è israeliana: "Il target sono gli amanti della carne" dice il fondatore.
Da Israele la prima bistecca vegetale stampata in 3D
A guardarla, si direbbe niente di strano ma neanche di sensazionale. Non colpisce né disturba. La forma, il colore, persino la consistenza è quella di un qualunque filetto di carne. E invece non c’è inganno ma c’è il trucco e arriva da Israele, dove la Redefine Meat ha prodotto la prima carne vegetale al mondo, o meglio, il primo filetto, perché di hamburger ce ne sono in quantità già da tempo.
Gli ingredienti “magici” - a quanto fa sapere l’azienda israeliana - sarebbero: soia, piselli, noce di cocco, burro di cacao, ferro, succo di barbabietola e lieviti. In più non ha colesterolo, nè glutine ed è ricco di fibre. Ce le ha tutte, ma in senso positivo. La domanda sorge spontanea: tutti questi elementi vegetali come fanno ad assumere la forma di una bistecca? Ancora una volta, viene in soccorso la tecnologia. Ci pensa la stampante 3d.
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Bistecca vegetale, come è nata e dove trovarla in Italia
L’intuizione di questa nuova frontiera delle proteine è stata di Eshchar Ben-Shitrit, fondatore e Ceo della società di Rehovot, che a proposito della sua “invenzione” ha dichiarato: “Quando nel 2018 ho proposto il mio progetto a un gruppo di investitori - racconta - quasi tutti mi hanno riso in faccia. Allora non si parlava ancora molto di carne vegetale. Uno di loro, però, ha creduto in me. Così mi sono licenziato, ci ho aggiunto un prestito del governo israeliano e siamo partiti".
L’ideatore 38enne infatti è riuscito a tirar su un laboratorio di 100 ricercatori coadiuvato da una piccola stamperia 3d e si è espanso pian piano. Attualmente infatti Redefine Meat vanta 240 dipendenti e fattura “alcune decine di milioni dollari” grazie a una rete di vendita estesa in tutta Europa, tra questi anche molti ristoranti extra-lusso o addirittura stellati.
Momentaneamente le vendite vanno a gonfie vele in Olanda e Germania. In Italia il prodotto è sbarcato grazie alla partnership con Giraudi Meats, un distributore specializzato in tagli di carne pregiati , del genere dell’Angus e del Wagyu. In particolare, è possibile andare a gustare la novità in una buona decina di ristoranti. Nello specifico, cinque si trovano a Milano e due a Roma e tra questi, ci sono gli Smash Burger di Joe Bastianich.
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L’ideatore della bistecca vegetale: “Non credo la carne sintetica avrà un vero mercato da qui a 10 anni”
Il fondatore di Redefine Meat ha svelato da dove è partita l’idea di un prodotto così innovativo a livello globale. Ben-Shitrit infatti ha detto: “Io sono vegetariano. L’unica volta che ho assaggiato una costata è stato in Italia, in un’osteria di Pistoia - racconta - credo che il segreto per aver raggiunto una qualità così elevata, un’esperienza così simile alla carne tradizionale, stia nel fatto che non ho mai voluto fare un prodotto per vegetariani. Il mio target sono gli amanti della carne”. E ha poi specificato il suo posizionamento di mercato: “Noi vogliamo fare concorrenza alle bistecche tradizionali. Nel nostro laboratorio ci confrontiamo con i macellai e gli chef e passiamo la maggior parte del tempo a studiare la carne tradizionale”.
Questa alternativa sostenibile quanto costa? L’azienda produce diversi tagli di carne vegetale: straccetti, kebab di agnello, hamburger, filetti. La pezzatura più cara viene venduta a 50 dollari al chilo. E infine, sulla carne sintetica un’eventuale apertura a quella allevata nei laboratori a partire da una cellula animale, risponde : “Io credo - risponde - che prima dei prossimi dieci anni non ci possa essere un vero mercato per la carne sintetica!".