Bar rifiuta pagamento elettronico, il cliente s'infuria: "Bullismo contabile"
È successo alla gelateria Bixio a Genova, protagonista il giornalista Lorenzo Tosa, che ha chiamato la Guardia di Finanza. La multa? "Solo" 30 euro
Genova, bar rifiuta pagamento con il pos, il cliente furioso: "Bullismo contabile"
Non si contano più ormai gli episodi in cui un locale rifiuta un pagamento elettronico nonostante sia obbligato per legge ad accettarlo. L'ultimo è avvenuto a Genova. Il bar rifiuta il pagamento con il pos, un cliente chiama la Guardia di Finanza e scatta la multa da 30 euro. È successo alla gelateria Bixio, in via di Carignano. A raccontare la vicenda, vissuta in prima persona, è il giornalista Lorenzo Tosa.
Questo il suo racconto su Facebook: “Una tranquilla mattinata d’agosto. Ci sediamo nel dehors di un bar gelateria del centro di Genova e ordiniamo un the, due canestrelli e un pezzo di focaccia. Terminata la consumazione entro per pagare e, una volta all’interno, scopro questo inequivocabile cartello che tappezza il locale, sul bancone e davanti alla cassa: No carte. No bancomat. Solo che, caso vuole, non ho monete o contanti nel portafoglio. Glielo faccio gentilmente notare, informando il titolare che potrò pagarlo solo con la carta, come è mio diritto”.
Leggi anche: Il pos non funziona e il ristorante caccia il cliente durante la cena
“Allora esca a ritirare. Qui non accettiamo carte”, la risposta del titolare è secca. “Gli faccio allora presente - replica Tosa - con tono calmo, che non sono io tenuto a cercare un bancomat, ma è lui obbligato ad accettare qualunque forma di pagamento valida, anche fosse per un centesimo – continua il giornalista -Lui, tutto baldanzoso: 'La carta non è un pagamento valido'. Inutile spiegargli che si tratta di una sua fantasiosa interpretazione della legge. Lo informo allora che non uscirò a cercare alcun bancomat né me ne andrò senza pagare. Non mi lascia altra scelta che chiamare la Finanza per segnalare la cosa. Il titolare a quel punto se la ride con l’aria di chi è convinto di saperla lunga: 'Faccia pure. Tanto poi vinco il ricorso'“.
“Dopo una mezz’ora abbondante arriva la Finanza, io pago la mia consumazione e lui se la cava con 30 euro di multa più il 4% del totale dello scontrino. Costo totale della multa: 30 euro e 23 centesimi. Un salasso proprio – fa notare ironicamente Tosa-. Nel frattempo, mentre a un tavolino in disparte i finanzieri compilano il verbale, almeno una dozzina di persone entrano, ordinano e pagano in contanti senza alzare un sopracciglio, rendendo quella sanzione poco più che solletico nella pacchia sua e nell’indifferenza generale. Esco soddisfatto di aver fatto la mia modestissima parte, sconcertato dalla ridicolezza delle sanzioni e rassegnato dall’idea che, se anche solo quattro o cinque persone al giorno si rifiutassero di piegarsi a questo bullismo contabile, al titolare passerebbe la voglia di ridere e cartelli del genere scomparirebbero in tempo zero. Dipende da noi, in fondo. Ed è questo il problema”.