Cani in condominio: cosa dice la nuova legge

Ecco come tutelarsi se disturbano i vicini

Cronache

Se gli animali che vivono in un palazzo con più condomini dovessero disturbare i vicini esistono una serie di strumenti utili per tutelarsi


Uno scenario comune quando ci si ritrova a vivere all’interno di un condominio con diversi appartamenti è il disturbo arrecato dagli altri inquilini dell’immobile se non dagli stessi dirimpettai. Le situazioni possono essere fra le più varie, fra i party organizzati a tutte le ore del giorno (e della notte!) alla presenza di animali che, in un modo o in un altro, possono costituire un serio fastidio per la quiete di tutti. I cani in modo particolare possono essere motivo di rumori molesti a causa del loro continuo abbaiare. La maggior parte di loro, va ricordato, si limita a latrare solo in determinate occasioni, ma alcuni purtroppo tendono a farlo con maggior frequenza, anche nelle ore dove la maggior parte delle persone riposa. Lo scrive il sito www.quotidiano.net.

Considerato che è praticamente impossibile imporre ad un cane di smettere di produrre rumori molesti, così come non si può obbligare un inquilino a lasciare la propria casa, in che modo è possibile difendersi? Quali sono gli strumenti legali a nostra disposizione? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

In linea generale, ogni condominio ha un proprio regolamento, che stabilisce norme precise rispetto agli orari in cui è necessario rispettare il silenzio e la quiete pubblica. Generalmente le regole fanno riferimento ad una fascia oraria protetta che va dalle 22:00 di sera alle 8:00 del mattino seguente, e dalle 14:00 alle 16:00.

Per il resto, è lo stesso codice civile a normare la questione: secondo la legge, dunque, siamo responsabili dei rumori che provengono dalla nostra proprietà quando essi superano il limite della tollerabilità, ovvero sono superiori ai 3 decibel nelle fasce orarie sopra indicate. La legge, dunque, ci potrebbe richiedere di risarcire i danni arrecati dall’abbaiare del nostro cane se dovesse disturbare la quiete dei vicini.

Questo significa che un inquilino può segnalare il problema all’amministratore di condominio ad ogni latrato? Non proprio. Anche i cani hanno il diritto ad abbaiare, particolarmente nelle ore diurne. Se invece il problema dovesse persistere e dovesse essere segnalato da diversi condomini si potrebbe pensare di effettuare una segnalazione (meglio ancora presentando delle prove, come dei video) organizzando eventualmente anche un’assemblea di condominio.

Se alla luce dei controlli dell’amministratore (a volte i cani soffrono perché abbandonati) non si dovesse venirne a capo, si può certamente pensare di rivolgersi ad un giudice, che effettuerà tutte le valutazioni del caso. In alcuni casi il proprietario dell’animale potrebbe persino essere denunciato per disturbo della quiete pubblica, nel caso in cui l’animale disturbasse non solo il vicino di pianerottolo ma tutto il condominio (e nel caso in cui non fossero state intraprese azioni per risolvere il problema). Secondo l’art 659 del codice penale, a proposito, è responsabile del reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone: “Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturbi le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici.”

In particolare, se il padrone non si fosse dimostrato disponibile o proattivo per la risoluzione del problema potrebbe persino rischiare il carcere fino a 3 mesi o una multa di 309 euro. Nei casi più gravi, il giudice potrebbe anche disporre il sequestro dell’animale stesso, allontanandolo così dal condominio.

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