"I Lenzuoli" di Carla Accardi in mostra al Museo Correr di Venezia

La mostra sull'artista Carla Accardi sarà visitabile a partire da oggi, 28 aprile, presso la Sala delle quattro porte, fino al prossimo 29 ottobre

di M. Alessandra Filippi
Cronache

La mostra su Carla Accardi, l'arte tra femminismo e sociale

Più che una mostra è un omaggio a una delle artiste italiane più importanti del XX secolo quella da oggi aperta al pubblico al Museo Correr di Venezia: Carla Accardi. Gli anni Settanta: i Lenzuoli. Curata da Chiara Squarcina e Pier Paolo Pancotto, realizzata in collaborazione conl’Archivio Accardi Sanfilippo di Roma, sarà visibile fino al 29 ottobre.

Un progetto espositivo ambizioso, dichiarato fin nel titolo, concepito per dare vita a unagrande installazione pensata appositamente per l’imponente Sala delle quattro porte, uno dei pochi ambienti della Procuratie Nuove che ha conservato intatta la struttura originale, risalente alla fine del XVI secolo, e dove sono esposte sculture lignee quattrocentesche. Insieme a una selezione di opere del ciclo Lenzuoli, al quale la Accardi ha lavorato a partire dagli anni Settanta, è presente anche un nucleo sculture, concepite nel medesimo periodo ma realizzate al principio del nuovo millennio.

L’iniziativa, promossa dal Museo Correr, cade a ridosso del centenario della nascita di Carla Accardi (1924-2014), siciliana di origine, romana di adozione e che con Venezia ha sempre avuto un legame privilegiato, fin dal 1948, anno in cui risale la prima di una lunga serie dipartecipazioni alla Biennale, l’ultima nel 2022. “Questa è una scelta propedeutica e doverosa – spiega Chiara Squarcina, dirigente dell’Area Attività Museali di Venezia, co-curatrice della mostra – per tenere alta l’attenzione sull’arte femminile nei Musei Civici. Perché ci sono vociche sono rimaste silenziose e che meritano di essere riportate all’attenzione del pubblico.Quella di Carla Accardi, visionaria e sempre rivolta al futuro è stata forte, a tratti scomoda madeterminante per la conquista di visibilità da parte delle artiste”.

Il potere luminoso del colore, una delle cifre distintive dei lavori di Carla Accardi, è protagonista assoluto anche nei Lenzuoli esposti, molti dei quali per la prima volta, realizzati su teli di cotone d’uso domestico, di varia dimensione, e dipinti con pittura per stoffa. “Lei amava questa modalità espressiva forse però non così frequentata sotto il profilo espositivo ecritico – spiega il curatore Pier Paolo Pancotto - In realtà aver riaperto questa finestra su un periodo storico del lavoro di Carla, gli Anni ‘70, è di una densità eccezionale, dal punto di vista professionale e individuale. Non è un caso che siano gli anni che coincidono sia con il suo massimo impegno col femminismo, sia con l’amicizia con Carla Lonzi”, con la quale fonda, insieme a Elvira Banotti, il gruppo Rivolta Femminile, ispiratore dei primi gruppi femministi italiani.


 

Lo storico e critico d’arte Maurizio Fagiolo dell’Arco, curatore della prima mostra dedicata a questo ciclo, tenutasi a Roma l’8 maggio 1974, nella leggendaria Qui Arte Contemporanea. Galleria Editalia, definiva quello dei Lenzuoli un lavoro “analitico”, paragonandoli alla pittura analitica che in quegli anni si stava affermando. Una felice intuizione che con sensibilità e sguardo perspicuo coglie nel segno: una delle caratteristiche di Accardi, infatti, era quella di osservare con attenzione ciò che le accadeva intorno e confrontarsi incessantemente con quello che facevano gli artisti più giovani. Lo faceva sempre. Era un suo modus operandi.

Come scrive Pier Paolo Pancotto nel suo testo di presentazione, “Carla ha contribuito all’affermazione dell’arte non figurativa in Italia promuovendo - unica donna in un consesso interamente maschile – il gruppo Forma1; negli anni Cinquanta ha sviluppato la poetica del segno affermandosi tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié; nel decennio seguente ha introdotto l’uso di un inedito materiale plastico trasparente, il sicofoil, ed ha abbandonato le tempere a favore di vernici colorate e fluorescenti, aprendo la sia ricerca a effetti optical eambientali. Superati i Settanta caratterizzati da un marcato impegno nelle attività sociali e nel femminismo, ha attraversato gli anni ‘80 e ’90 del Novecento approdando nel nuovo Millennio con un rinnovato interesse per la pittura, sviluppando costantemente il proprio linguaggio, fatto di segni e giustapposizioni cromatiche”.

Un’occasione unica nel suo genere per riscoprire la modernità di una fra le più incisive e interessanti artiste italiane del XX secolo; la prima ad essersi affermata sulla scena internazionale, capace di “essere sempre sul pezzo”, in anticipo sui tempi, spesso controcorrente, più interessata a vivere nel presente e col presente piuttosto che nel passato.

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