Il Papa mette Vicariato sotto tutela, ma i vescovi ringraziano per la fiducia

Il Papa ha riformato il Vicariato proprio perché non ha fiducia. E se l'obiettivo di Tarquinio e dei vescovi fosse proprio mettere in difficoltà il Pontefice?

Di Giuseppe Vatinno
Papa Francesco (Lapresse)
Cronache

Papa Francesco mette il Vicariato sotto tutela, ma i vescovi su "RomaSette" con l'Avvenire ringraziano per la fiducia. Che film hanno visto?

La domenica con Avvenire viene allegato un foglio, tecnicamente un “dorso”, che si chiama “RomaSette” e che riguarda la potente diocesi di Roma che, ricordiamolo, è gestita da una apposita istituzione con sede in San Giovanni in Laterano, il Vicariato. Questo perché il vescovo di Roma è il Papa ma dato che il suo ruolo principale è quello di pastore della Chiesa universale di Cristo nomina appunto un suo vicario.

Il Papa ha recentemente messo “sotto tutela” il suo Vicario, il cardinal De Donatis, con la Costituzione Apostolica che si chiama “In Ecclesiarum Communione”. Riporto il passaggio specifico: “L’esteso impegno che richiede il governo della Chiesa universale mi rende necessario un aiuto nella cura della diocesi di Roma. Per questo motivo nomino un cardinale come mio ausiliare e vicario generale (cardinale vicario), che a mio nome e per mio mandato, avvalendosi della collaborazione degli altri miei vescovi ausiliari, tra i quali scelgo il vicegerente, esercita il ministero episcopale di magistero, santificazione e governo pastorale per la diocesi di Roma con potestà ordinaria vicaria nei termini da me stabiliti”.

E poi ancora: “Il cardinale vicario provvederà a informarmi periodicamente e ogniqualvolta lo riterrà necessario circa l’attività pastorale e la vita della diocesi. In particolare, non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l’ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito”.

Insomma, si tratta di una vera e propria rivoluzione che mette sotto tutela il cardinal De Donatis tramite un “vicereggente” di immediata fiducia papale che di fatto controllerà ogni atto del vicario tramite monsignor Baldassare Reina, uomo di fiducia del Papa. In effetti una riorganizzazione del Vicariato era attesa ma non certo in fretta e furia e con questi tempi brevissimi né con la modalità della tutela del vicario stesso. Il Papa vuole occuparsi personalmente il più possibile di Roma e non si fida di De Donatis tanto da affiancargli appunto Reina.

I motivi di questa scelta sono complessi e non facilmente decifrabili a prima vista ma certamente hanno a che fare con la gestione della scomparsa di Papa Benedetto XVI e della guerra civile scoppiata in Vaticano tra conservatori e progressisti. Ma torniamo all’inizio di questo articolo in cui parliamo di RomaSette.

Ieri mattina i parroci romani e i fedeli sono sobbalzati perché si sono trovati davanti un articolo / lettera in cui il Consiglio Episcopale dei vescovi romani commentava la nuova Costituzione Apostolica che riordina appunto il Vicariato.

L’inizio è eloquente: “Carissimi, il 6 gennaio il nostro Vescovo, Papa Francesco, ha emanato una nuova Costituzione Apostolica – In ecclesiarum communione – circa l’ordinamento del Vicariato di Roma. Avvertiamo questo gesto come un provvidente segno di attenzione e fiducia, che riceviamo con senso di responsabilità. Il Santo Padre affidandoci il compito di “esemplarità”, nella comunione di tutte le Chiese desidera che quello che riusciremo a realizzare sotto la sua guida possa servire, nella umile consapevolezza dei nostri limiti, come esempio per tutti”.

La parola che ha fatto trasalire tutti è “fiducia”. Ma quale fiducia? Il Papa ha appena messo sotto tutela l’intera diocesi di Roma e il Consiglio Episcopale dei vescovi romani parla di “fiducia del Papa”. Ma quale film hanno visto? Verrebbe da dire laicamente. Il Papa ha riformato il Vicariato proprio perché non ha fiducia.

E qui uniamo il sacro al profano facendo una considerazione sul direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, su cui i giorni scorsi sono girate voci di candidatura per le prossime europee con i Cinque Stelle. Ne ho parlato qui.

Non è che Tarquinio e i vescovi romani hanno voluto mettere un po’ in difficoltà Papa Francesco con una iniziativa che stravolge il senso stesso della promulgazione della Costituzione Apostolica? I Cinque Stelle sono progressisti e la diocesi romana è considerata progressista, vedi la vicinanza della comunità di Sant’Egidio, mentre ora il Papa deve attenzionare maggiormente i conservatori, e non è un caso la recente visita di Giorgia Meloni nei Sacri Palazzi. Diceva Giulio Andreotti, uno che di cose vaticane si intendeva bene, che a pensar male si fa peccato ma si è quasi sempre nel giusto.

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