Cronache
Il viaggio in Puglia di Italo Calvino; racconto nel centenario della nascita
Una settimana vissuta sotto il segno dell’amicizia tra la casa editrice barese Laterza e quella torinese Einaudi
Il viaggio in Puglia di Italo Calvino raccontato nel centenario dalla nascita
"Il giovane studioso meridionale serio oggi non fugge dal Meridione—anche se ne ha talora la tentazione—ma è deciso a restarci per svolgere, con mentalità “nazionale” un’opera che tragga dal proprio paese i motivi ispiratori, il fondamento concreto”. Parole di Italo Calvino (Santiago de Las Vegas,Cuba 15 ottobre 1923-Siena 19 settembre 1985)- di cui quest’anno si onora il centenario della nascita con eventi libri e convegni- scritte nel testo “Italo Calvino-Una settimana a Bari e Lecce”, con una nota critica di Franco Martina, pubblicato da Edizioni Kurumuny sede in Calimera(Lecce).
Un viaggio in Puglia, estate 1954, del giovane scrittore protagonista insieme a intellettuali, conferenzieri e organizzatori della Settimana Einaudi: sei manifestazioni tenute in Bari e quattro a Lecce.
Tutta la settimana si compie sotto il segno dell’amicizia tra la casa editrice barese Laterza e quella torinese Einaudi. “Una conferenza—racconta Calvino—fu dedicata a un libro Laterza, Il buongoverno, la raccolta di scritti politici e vari di Luigi Einaudi, presentata da Manlio Magini, che collaborò con Ernesto Rossi alla cura del volume. E di un libro di Laterza parlò a lungo anche Carlo Levi. È il libro di Rocco Scotellaro, Contadini del Sud, che raccoglie le vite dei contadini raccontate da loro stessi, il lavoro che Rocco appunto stava compiendo per Laterza e che lasciò interrotto, morendo improvvisamente nel dicembre scorso. E nelle parole di Carlo Levi, che del giovane lucano fu l’amico più affezionato, la cara figura del ragazzo-sindaco-poeta ha dominato le ultime battute della nostra “Settimana”. E non poteva essere una chiusa più significativa, a indicare un impegno culturale che a tutti noi, del Nord e del Sud, sta ugualmente a cuore, una via da seguire”.
Calvino quindi descrive l’incontro con Levi: “Poi venne, attesissimo Carlo Levi. Si sa che l’autore dell’Orologio non possiede quello che si dice il senso del tempo. Si trovava in Lucania, era atteso per le nove e un quarto, telefonò da Barletta che stava per arrivare, la sala dell’Albergo delle Nazioni era piena di pubblico che l’attendeva…Finalmente “don Carlo” arrivò. La sua vista, placida e olimpica, tolse ai più ogni ricordo d’impazienza…Più familiarmente che a Bari, il dialogo con Levi si sviluppò a Lecce dove eravamo riusciti a far arrivare lo scrittore quasi senza ritardo. Con due sole soste, una balneare alla stupenda Polignano e l’altra architettonica e paesaggistica a Ostuni, alta sulla piana verde –azzurra a perdita d’occhio riuscimmo a portare don Carlo puntuale ai suoi molti amici leccesi”.
Si rammenta che Italo Calvino ha vergato un saggio introduttivo al “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi in cui, tra l’altro, evidenzia che “la peculiarità di Carlo Levi sta in questo: che egli è il testimone della presenza di un altro tempo all’interno del nostro tempo, è l’ambasciatore d’un altro mondo all’interno del nostro mondo”. Al termine del viaggio pugliese (“Bari e Lecce: due città tra le più vive del Sud, dal punto di vista culturale”) Calvino che cosa annota? Ecco: “E tutti siamo tornati contenti del successo delle conferenze, pur in quei torridi giorni di principio luglio(i pessimisti dicevano: “Non ci verrà nessuno…con questo caldo!”), degli amici incontrati, della spoglia bellezza di quei paesi, che pure manifestano un travaglio umano tanto antico e profondo”.