Intelligenza artificiale, come ci distruggerà. Ecco perché e cosa accadrà

La nuova tappa dell'Intelligenza artificiale: scrivere testi che non si distinguono da quelli umani. Gli studenti fregano gli insegnanti ma c’è altro in gioco

di Antonio Amorosi
Cronache

Lo Stato di New York vieta a studenti e insegnanti di utilizzare ChatGPT, il software che usa l'Intelligenza artificiale per scrivere testi che non si distinguono da quelli umani

Da qualche anno vivono sulla terra le prime generazioni di esseri umani cresciuti dalle macchine. Parliamo dei ragazzini che dalla tenera età passano più tempo davanti a uno smartphone che ad interagire con altri esseri umani o con i genitori.

Lo smartphone come babysitter è un toccasana per le famiglie, in una società stressante come la nostra. I bambini vengono quasi ipnotizzati dallo schermo che ha l’effetto, spiegano gli esperti, di calmarli, creando una dinamica di dipendenza. Si placano così agitazione e disagio, con un processo di dissociazione. In questo modo il bambino non elabora più con adulti o genitori il disagio emotivo, che è normale abbia a quella età. Gli esseri umani non gli insegnano a spiegarlo e imparano a non sentire più cosa accade dentro di loro, con un distacco dalla realtà. Gli effetti potrebbero essere davvero devastanti.

Su questo tappeto si innesta l’Intelligenza artificiale, l’abilità delle macchine di elaborare ragionamenti tipici degli esseri umani. E’ impensabile cosa possa fare già oggi l’Intelligenza artificiale e quanto “arriva” agli utenti finali tramite gli smartphone è solo l’1% di cosa vedono gli apparati governativi e militari che contano.

In questo filone va letta la notizia del dipartimento dell'istruzione di New York City che ha vietato l'accesso a ChatGPT, per l'impatto negativo che ha sul cervello dei ragazzi. Che cos’è una chatGPT? E’ un software che usa l'Intelligenza artificiale per scrivere testi anche molto complessi che non si distinguono da quelli umani. L’App che la usa è stata lanciata a novembre e negli Stati Uniti è immediatamente diventata una moda a scuola, per fregare gli insegnanti. Si possono fare domande anche complesse all’Intelligenza artificiale che redigerà un tema arguto anche ricco di citazioni. Il software è stato creato dalla società OpenAI.

Il New York Times ha recentemente mostrato a scrittori ed educatori campioni della scrittura di ChatGPT messi a confronto con la scrittura di studenti umani, e nessuno di loro è stato in grado di distinguere in modo affidabile il bot artificiale dal testo di uno scrittore in carne e ossa.

Ma è la natura controversa dei contenuti a dover far riflettere.

L'Intelligenza artificiale non ha senso critico ma può simularlo, fa i compiti come un robot istruito a rispettare le regole definite ma può per gioco violarle, esprime le argomentazioni conformiste che la massa accetta.

Jenna Lyle, vice addetta stampa delle scuole di New York, ha dichiarato in una nota:"A causa delle preoccupazioni per gli impatti negativi sull'apprendimento degli studenti e le preoccupazioni relative alla sicurezza e all'accuratezza dei contenuti, l'accesso a ChatGPT è limitato sulle reti e sui dispositivi delle scuole pubbliche di New York City. Sebbene lo strumento possa essere in grado di fornire risposte rapide e semplici alle domande, non sviluppa capacità di pensiero critico e di risoluzione dei problemi, che sono essenziali per il successo accademico e per tutta la vita".

Un mese fa il distretto scolastico di Los Angeles ha bloccato preventivamente il sito su tutte le reti e i dispositivi nel proprio sistema "per proteggere l'onestà accademica mentre viene condotta una valutazione rischio/beneficio", ha detto alla CNN questa settimana un portavoce del distretto.

Un portavoce di OpenAi ha dichiarato alla rivista americana Motherboard: “Non vogliamo che ChatGPT venga utilizzato per scopi fuorvianti nelle scuole o altrove, quindi stiamo già sviluppando mitigazioni per aiutare chiunque a identificare il testo generato da quel sistema”.

Ma qui non è in gioco solo l’apprendimento degli alunni o lo stupido aut aut alla violazione delle regole.

L’Intelligenza artificiale ha già tutto il potenziale per superare i limiti etici imposti dall’uomo. Non ha ancora la neuroplasticità del cervello umano, cioè la capacità di adattamento all’ambiente che ha l’uomo, ma è solo un questione di tempo: aumentando il numero di reti neurali potrà surclassare l’uomo come noi abbiamo fatto con gli scimpanzé.

Come ha spiegato il produttore e documentarista di National Geographic Television James Barrat: “L’Intelligenza Artificiale ci potrebbe distruggere”

Sono macchine che come in un film distopico potranno anche diventare autonome. Una volta immesse nell’internet delle cose ricreare la realtà come già fanno oggi in piccolo. Vedi la capacità dell’Intelligenza artificiale di filtrare le notizie ai lettori, indicando cosa è lecito leggano o cosa no e quanto va oscurato in rete. Presto l’Intelligenza artificiale sostituirà la produzione di contenuti di massa, anche quella dei giornalisti, con l’effetto di diventare strumenti di costruzione della realtà di coloro che hanno grandi disponibilità di capitali.

Ma il quadro non sarà quello tradizionale che abbiamo vissuto finora, con piccole cerchie di privilegiati che governano il mondo e grandi masse di sfruttati. E’ in gioco qualcosa che va oltre il rischio, è in gioco la natura umana e il suo ruolo sulla terra.

Prima che sia troppo tardi andrebbe davvero fatta una riflessione collettiva su quanto diceva il grande psicologo Erich Fromm: l’uomo non è più davvero il padrone del mondo che ha costruito. Se nel XX secolo è morto Dio, nel XXI muore l’uomo.

 

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