Liliana Resinovich, ora si indaga per omicidio. "25 punti da chiarire"
Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione della procura di Trieste
Nuove indagini sulla morte di Liliana Resinovich
Proseguiranno le indagini sulla morte di Liliana Resinovich. Il gip di Trieste Luigi Dainotti si è pronunciato sulla richiesta di archiviazione per suicidio e in base alle opposizioni presentate dai famigliari. È stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario, e le indagini proseguiranno per 6 mesi. Lo scrive il sito www.ilgiornale.it.
“Questo Ufficio - scrive il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo - procederà all'esecuzione delle articolate attività indicate dal gip con la stessa determinazione ed attenzione profuse fin dall'inizio della presente vicenda, allo scopo di chiarire per quanto possibile tutte le circostanze del fatto, d'individuare tutti gli ipotizzabili reati commessi in danno della signora Resinovich e, se la sussistenza di detti reati risulterà confermata dagli esiti delle investigazioni suppletive - d'identificarne gli autori”. Nella stessa nota il procuratore auspica che la vicenda resti nel territorio dell’investigazione giudiziaria, di contro ai tanti approfondimenti passati nei talk show.
Liliana Resinovich scomparve da Trieste il 14 dicembre 2021, venendo ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico avvolta in sacchi neri e sacchi per la spesa. Per lei avevano presentato opposizione all’archiviazione il fratello Sergio Resinovich, che si è avvalso dell’avvocato Nicodemo Gentile, presidente dell’associazione Penelope, la nipote Veronica Resinovich e il marito Sebastiano Visintin.
Il provvedimento del gip è articolato in ben 25 punti, con vari approfondimenti che richiederanno anche perizie di esperti e il ritorno al lavoro sul caso della Squadra Mobile di Trieste. È possibile che il corpo venga riesumato, affinché si proceda a una nuova consulenza medico-legale, affinché si accertino “le lesioni riscontrate, la loro origine, il mezzo che le ha prodotte, la datazione, e ogni altro elemento utile a qualificare il decesso quale conseguenza di un'azione e suicidaria o di un fatto attribuibile a terzi”. Il volto di Resinovich presentava infatti al ritrovamento ecchimosi e versamenti di sangue.
Le altre direzioni verso cui si articolerà l’indagine riguarderanno gli account mail di Resinovich sui suoi device - lo stesso Gentile aveva parlato nei giorni scorsi di indirizzi mail mai analizzati - le celle telefoniche che hanno agganciato l’area del ritrovamento, le tracce di Dna trovate sul cordino che chiudeva i sacchetti della spesa sulla testa della donna, i contanti e la fede nuziale che si trovavano in casa al momento della scomparsa, l’impronta di un guanto su uno dei sacchi neri che avvolgeva il corpo, e infine il Dna sul beccuccio della bottiglietta nella borsa di Resinovich. A questo proposito, il Dna sarà raffrontato con quello di alcune persone già attenzionate nella precedente indagine, ovvero il marito Visintin, il sedicente amante Claudio Sterpin, il vicino di casa Fulvio Covalero e il figlio del marito Piergiorgio Visintin.