Politica
Berlusconi, Ezio Mauro e Repubblica chiedano scusa
“Silvio è immortale”, non si è avverata la profezia di Scapagnini. Ma il fenomeno Berlusconi è nella storia d’Italia
Morto Berlusconi, è ora delle scuse da chi lo ha aggredito per trent'anni
Secondo Maurizio Molinari, direttore de “La Repubblica”, Silvio Berlusconi ha “portato l'idea di contrapposizione brutale tra le opposte posizioni politiche, la delegittimazione dell'avversario e anche un'idea di aggressione delle istituzioni della democrazia”.
Scusi, Molinari, lei e il suo predecessore, Ezio Mauro, a proposito di delegittimazione dell’avversario, ritenete di dover fare, oppure no, un’autocritica, almeno parziale, sull’aggressione del vostro quotidiano - fondato dal nemico numero 2 di Berlusconi, Eugenio Scalfari (il numero 1 è stato l’editore Carlo De Benedetti) - che “mascariò”, ossessivamente, il Cavaliere, allora premier, stampando, ogni giorno, 10 domande, tra le quali: “Ha frequentato minorenni?”, “si è intrattenuto con prostitute?” “può essere ricattabile?”, “ha dato candidature a belle ragazze, che la chiamano ‘papi’?”.
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A differenza di tanti, che ieri non hanno nascosto la loro soddisfazione per il decesso del Presidente di Forza Italia, non ha potuto esultare Eugenio Scalfari, che aveva prenotato una poltronissima di prima fila per il giorno dell’auspicato addio dell’odiato “Caimano”. Il grande e ricco giornalista calabrese è, infatti, scomparso il 14 luglio scorso, a 98 anni.
Sulle colonne de “La Repubblica”, egli riversò sul premier milanese lo stesso odio, che dimostrò nei confronti di Craxi, ma solo negli ultimi anni della lunga egemonia di Bettino.