Napoli, mandragora tra gli spinaci: intossicate 10 persone

La mandragora è pericolosa a causa della presenza di sostanze che possono provocare allucinazioni, problemi gastrointestinali, sarebbe stata confusa con spinaci

Cronache

Napoli, i carabinieri stanno ritirando da alcuni negozi di alimentari la mandragora. Sono state registrate 10 persone intossicate

In alcuni negozi di alimentari e fruttivendoli di Pozzuoli e Quarto, in provincia di Napoli, i carabinieri hanno ritirato in via precauzionale, alcune partite di verdura dopo aver ricevuto le segnalazioni di intossicazioni da mandragora. Questa pianta è pericolosa a causa della presenza di sostanze che possono provocare allucinazioni e problemi gastrointestinali, sarebbe stata confusa con spinaci o biete. Al momento gli intossicati sono dieci.

 

Da un primo bilancio tracciato dall'Asl Napoli 2, le persone ricoverate all'ospedale di Pozzuoli con problemi intestinali sono 10 e in prognosi riservata. In particolare nei pazienti sono state rilevate allucinazioni e disturbi accentuati gastrointestinali. La stessa Asl ha allertato i pronti soccorso del territorio per eventuali arrivi di altri intossicati. Quella finora sequestrata è verdura sfusa, quindi per quella confezionata non ci sono stati problemi.

Che cos'è la mandragora


La mandragora è conosciuta anche come "pianta delle streghe" ed è diffusa in tutto il Mediterraneo. Tutte le parti qi questa pianta sono pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. É un'erba perenne della famiglia delle solanacee con fiori di un blu pallido, frutti gialli, foglie oblunghe ovali e radici spesse, carnose e spesso biforcute, che secondo le leggende assomigliano a volti umani e dove sono più concentrate le sostanze pericolose.

Dopo aver mangiato la mandragora i sintomi possono essere: nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà urinare per intossicazioni leggere fino appunto ad allucinazioni, delirio e tachicardia, anche se sono riportati anche casi di morte per sospetto avvelenamento. Sono molti i riferimenti a questa pianta anche nella letteratura "non scientifica", con una serie di leggende legate al suo utilizzo ad esempio da parte delle streghe. 

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