Napoli, psichiatra minacciata con una pistola da un paziente.Tragedia sfiorata

La dottoressa, con grande spirito di servizio, ha comunque accompagnato l'uomo in ambulanza sino all'Ospedale del mare

Di Redazione Cronache
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Napoli, un'altra psichiatra aggredita da un paziente. Tragedia sfiorata

Tragedia sfiorata ieri sera a Napoli, quando una psichiatra è stata minacciata di morte con una pistola da un paziente. Un gravissimo episodio di violenza avvenuto alle 19.30 al Centro di Salute Mentale di Secondigliano, mentre la dottoressa era in compagnia di un’infermiera. Episodio che non può non riportare alla mente il recente delitto della psichiatra Barbara Capovani, aggredita proprio da un paziente e morta dopo ore di agonia.

In questo caso entrambe sono riuscite a scappare al piano di sopra e a chiedere aiuto. Pronto l’intervento della Polizia di Stato che ha messo in sicurezza la situazione. I sanitari dell’ASL Napoli 1 Centro hanno chiesto il fermo per il paziente, ma si è poi proceduto – avendo il paziente problemi psicopatologici – al ricovero.

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“La nostra dottoressa, ancora sotto choc, ma con un grande spirito di servizio – dice il direttore Generale Ciro Verdoliva – ha accompagnato il paziente in ambulanza sino all’Ospedale del mare. Un comportamento encomiabile che, ancora una volta, la dice lunga sulla professionalità e sulla qualità umana del nostro personale”. Anche nel corso del trasporto, peraltro, il paziente ha tenuto atteggiamenti di molestia nei confronti della psichiatra, per poi essere visitato e ricoverato nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura del P.O. San Giovanni Bosco per ulteriore approfondimento psicodiagnostico.

I direttori delle Unità di Salute Mentale di Napoli – unitamente al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale – si riuniranno presso il Centro di Salute Mentale dì Secondigliano per esprimere sostegno alla collega e fare il punto della situazione. “Abbiamo messo a disposizione della nostra dottoressa un avvocato penalista per sporgere querela di parte e siamo pronti a costituirci parte civile in un eventuale processo”, conclude Verdoliva.

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