Cronache
Psichiatra uccisa, confermato il carcere per l'aggressore di Barbara Capovani
Il cognato della vittima racconta le difficoltà della sorella: "Una volta si trovò con uno stupratore e una ragazza 15enne nello stesso reparto"
Psichiatra uccisa a Pisa, il gip dispone la custodia cautelare per Seung
Il giudice ha disposto la custoda cautelare in carcere per Gianluca Paul Seung, il 35enne di Torre del Lago (Lucca) accusato di omicidio premeditato per l'aggressione mortale alla psichiatra Barbara Capovani, avvenuta venerdì 21 aprile all'esterno del servizio di psichiatria dell'Asl Toscana all'ospedale Santa Chiara di Pisa.
Seung proprio stamani, 26 aprile, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia dopo il fermo di domenica e resta dunque detenuto nel centro clinico del carcere dove è sottoposto a terapia farmacologica.
Psichiatra uccisa a Pisa, la zia del killer: "Lo Stato adesso intervenga"
Non smette di far discutere, intanto, l'omicidio della psichiatra di Pisa 55enne. La vittima - si legge sul Corriere della Sera - faceva il suo lavoro con passione e tra mille difficoltà. Il cognato Stefano Bellandi, racconta: "Io ero suo parente ma soprattutto suo amico e con lei ho condiviso i tanti problemi che ogni giorno doveva affrontare, perché agli psichiatri vengono attribuiti compiti che non spettano loro". Un episodio su tutti: "In seguito a una decisione del tribunale, Barbara dovette ricoverare tra i suoi pazienti un uomo accusato di stupri. Nello stesso reparto si trovava però anche una ragazza di 15 anni. Ha dovuto affrontare diverse difficoltà per quella convivenza incompatibile".
"Abbiamo deciso di restare nel silenzio — afferma Michele Bellandi, il compagno della psichiatra al Corriere —. Posso solo dire che faremo una cerimonia privata e terremo fede all’impegno di Barbara che è sempre stato quello di cambiare un sistema con leggi che riteneva ormai inadeguate. Nella sua vita ha sempre aiutato chiunque e lo ha fatto in silenzio". Concetto ribadito anche dalla zia del killer: "Paul doveva essere curato. Non era mia sorella (la mamma di Seung, ndr) che poteva fare qualcosa, ma lo Stato. Qui qualcuno deve intervenire perché sono situazioni che stanno succedendo tutti i giorni".