"Niente chemio, c'è la festa del patrono". Che beffa per i malati di Treviso

Solo emergenze nel giorno di San Liberale, che è proprio il protettore dei fragili e degli ammalati. Esplode la protesta di chi non può proprio aspettare

Cronache

Treviso, tutti i medici in processione: niente cure ai malati. Il caso

Scoppia la rabbia dei malati oncologici a Treviso, beffati dalla festa patronale di San Liberale, che per ironia della sorte è proprio dedicata agli ammalati e i fragili. A Treviso - si legge sul Giornale - non ci si può curare durante la festa del santo patrono. Soprattutto se cade il 27 aprile, perfettamente a cavallo tra il 25 e i primo maggio, l'ideale per incastrare i giorni di ferie del personale sanitario. La giornata viene considerata al pari di una domenica, di un giorno festivo. E l'Ulss comunica che "non saranno attive le prenotazioni telefoniche, le attività ambulatoriali, i servizi dei distretti socio-sanitari, centri vaccini e Covid point". Si potranno assicurare solo emergenze e interventi urgenti.

Peccato - prosegue il Giornale - che tra queste non sia contemplato, ad esempio, l'inizio di una chemioterapia di pazienti con tumore che non hanno certo il tempo di rinviare la cura. Nemmeno se si tratta di pochi giorni. Oltre al danno la beffa: San Liberale, il santo patrono da festeggiare chiudendo gli ambulatori, era il protettore dei fragili e degli ammalati. Non lo è chi lo festeggia. Molte le lamentele. Ma un conto è se arrivano da pazienti che speravano di poter fare gli esami del sangue di routine, dove un giorno in più o un giorno in meno, non cambiano le loro sorti. Un altro conto è se arrivano da pazienti in emergenza (e quelli che devono cominciare una chemio lo sono) che tuttavia non sono considerati emergenza. Sapere che l'Ulss aveva annunciato la chiusura già da giorni non è consolante.

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