Sampdoria in crisi nera: il club schiacciato dai debiti verso il fallimento

La società di calcio fondata nel 1946 e presieduta da Marco Lanna è in composizione negoziata, ma rimane lo spettro della liquidazione giudiziale

di Eleonora Perego
Alessandro Barnaba, Edoardo Garrone, Massimo Ferrero
Cronache

Sampdoria in crisi, ecco che cosa sta succedendo al club sportivo della famiglia Ferrero

Crisi, dentro e fuori dal campo di calcio. È questa la parola chiave per descrivere la situazione dell’Unione Calcio Sampdoria, martoriata nel campionato di Serie A (che potrebbe presto matematicamente salutare) e dai debiti. Oltre 200 milioni di euro, secondo il Tribunale di Genova, che a marzo ha accolto la misura della composizione negoziata presentata dal club assieme all'esperto Eugenio Bissocoli, nominato dalla Camera di Commercio. Sono stati fissati in 120 giorni i termini che vietano ai creditori di poter fare istanza di fallimento nei confronti della società, permettendo così al club di trovare le migliori soluzioni possibili per provare ad uscire da una crisi economico-finanziaria durissima. E di farlo senza soluzione di continuità aziendale.

Le “misure di protezione”, temporanee, scadranno il 6 giugno, ed escludono i pagamenti Irpef, che la Sampdoria ha rateizzato, e il pagamento degli stipendi, il cui prossimo termine è fissato per il 16 maggio. Misure di protezione che, appunto, sono soprattutto funzionali al risanamento del club tutt'ora di proprietà della famiglia Ferrero.

La composizione negoziata, peraltro, ha solo permesso di guadagnare tempo, alla luce del fatto che l'azionista di maggioranza, nonché ex presidente Massimo Ferrero, non è in grado di ricapitalizzare la società. O meglio, di capitalizzare e basta, visto che negli ultimi anni la Sampdoria è andata avanti grazie alle plusvalenze (sulle quali peraltro pende anche un'inchiesta da parte della Procura), ai soldi delle pay tv e alle sponsorizzazioni. Solo qualche mese fa lo stesso Ferrero aveva dichiarato: "Il club ha un capitale di 49 milioni, io ho fatto plusvalenze per 400 milioni, non ho toccato mai un euro dei dividendi. Di sicuro non fallirà, troveremo un compratore. Faccio un appello: comprate la Sampdoria. Sono pronto a venderla domattina. E io non prendo lo stipendio, non chiedo niente" . 

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Sampdoria in crisi, il club sportivo della famiglia Ferrero schiacciato dai debiti

L'obiettivo primario della Sampdoria, quindi, è quello di evitare lo spettro del fallimento. Le parti sono al lavoro per la continuità aziendale con il CdA (Marco Lanna, Antonio Romei, Gianni Panconi, Alberto Bosco), impegnato con tutte le forze a trovare una soluzione. La "patata bollente" è passata ai legali e agli advisors che si stanno occupando della sperata cessione: Pwc, lo studio Legance e l'avvocato Alessandro Bonati dello studio Gbalex.

Parte fondamentale della vicenda, però, potrebbe diventare l'accordo con investitori e gli stessi creditori per la rimodulazione del debito, in particolare con le banche Sistema e Macquarie. Secondo Il Secolo XIX non andrebbe escluso che inizialmente possano essere proprio loro a finanziare un aumento di capitale o il bond (prestito obbligazionario convertibile garantito, ndr). Il term sheet di quest'ultimo – sorta di contratto preliminare – è scaduto il 30 aprile, e andrebbe quindi rinegoziato e riscritto. 

Sullo sfondo resta anche un'altra soluzione, che ha il nome di Alessandro Barnaba, il finanziere romano alla testa del fondo Merlyn che dallo scorso novembre sta provando a rilevare la società blucerchiata, della quale è diventato piccolo azionista. Lo scorso mercoledì, prima di Sampdoria-Torino, Barnaba è stato avvistato in Via Martin Piaggio, a due passi da Piazza Corvetto dove c'è la sede della San Quirico dei Garrone-Mondini. Ci sarebbe stato un incontro tra il finanziere romano ed Edoardo Garrone, ex presidente del club che solo qualche settimana, in un'intervista a Telenord, aveva confessato: "La cessione della Sampdoria a Massimo Ferrero? Fu un errore".

Adesso la partita è nelle mani dei rispettivi studi legali, Legance per il Cda e Cappelli Rccd per Barnaba, che vorrebbe ancora prendere la Sampdoria. I molteplici tentativi fatti fino ad ora, confermano voci interne alla società, non sono andati a buon fine per il parere contrario del Cda, e dell'azionista di maggioranza Ferrero. Ma l'ostacolo più grande sarebbe far combaciare la proposta di Barnaba e Garrone (che la vorrebbero prendere senza dare nemmeno un euro alla famiglia Ferrero) con le Noif (Norme organizzative interne della Figc) e gli articoli del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. 

Sampdoria in crisi, tutte le soluzioni per evitare il fallimento della società di calcio

Rimangono sullo sfondo anche il fondo statunitense Cerberus, con il quale mantiene i contatti soprattutto il consigliere Panconi, così come il Wrm Group di Raffaele Mincione. Entrambi considererebbero la Samp parte di una operazione dal più ampio respiro che va a coinvolgere le proprietà immobiliari romane dell'impero Ferrero.

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Con il passare delle settimane diventa però sempre più difficile che la Samp trovi un accordo con i creditori, mancando come detto un apporto di nuovi capitali (prestito convertibile – bond, ndr -, aumento di capitale dei soci, investitore acquirente). Qualora il commissario Eugenio Bissocoli si convincesse che non esistono più le condizioni per un accordo con i creditori, abbandonando la prospettiva di risanamento aziendale con la gestione attuale, si aprirebbe la strada del concordato liquidatorio semplificato oppure della liquidazione giudiziale. La strada peggiore, almeno dal punto di vista calcistico, visto che vorrebbe dire ripartire dalla Serie D.

Sampdoria in crisi, i tifosi protestano contro Lotito

Sulla vicenda Sampdoria si sono espressi anche il presidente della Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci: "Come istituzioni, pur non avendo nessuna responsabilità o possibilità di intervento diretto o indiretto, ma tenendo conto del fatto che si tratta di una realtà molto importante dal punto di vista sportivo, di immagine e occupazionale, abbiamo il dovere di continuare a monitorare l'evolversi della situazione societaria e ci auguriamo che la vicenda possa risolversi nel più breve tempo possibile". 

Tempi brevi, anzi brevissimi, per tentare di salvare non solo una società di calcio, ma anche una storia fatta di passione e tifosi. Gli stessi che ieri hanno attaccato a suon di cori e urla il presidente della Lazio Claudio Lotito, in un momento di alta tensione davanti l'hotel Gallia a Milano. Non solo: alcuni presenti hanno lanciato addosso al patron biancoceleste false banconote da 100 e 500 euro. "Stiamo fallendo per colpa tua e del tuo amico Ferrero", recitava uno degli slogan intonati.

 

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