Trattativa, la rabbia di Salvatore Borsellino: "Hanno rinunciato alla verità"
Il fratello del magistrato ucciso: "Era impossibile che lo Stato potesse processare se stesso, siamo stati degli illusi a crederci"
Trattativa Stato-mafia, il fratello di Borsellino: "Sono intoccabili"
La trattativa tra Stato e mafia non è mai esistita. Lo ha detto in maniera definitiva, dopo 15 anni di processi, la Cassazione. Tutti assolti per "non aver commesso il fatto" gli imputati. Ma c'è chi protesta con forza per questa sentenza. "Il nostro Stato - scrive su Facebook Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio - non è, e forse non è mai stato, uno Stato di diritto. Siamo stati degli illusi credere che lo Stato potesse processare se stesso perché 'il fatto' c’è stato, ci sono state le stragi, c’è stato il furto dell’Agenda Rossa, ci sono stati i depistaggi ma non ci sono i colpevoli o meglio perché i colpevoli ci sono, ma sono dentro alle stesse strutture di questo stato assassino e depistatore e quindi sono intoccabili".
"Non è questo, non può essere questo lo Stato per cui ha sacrificato la vita mio fratello e solo per rispetto al suo sacrificio non posso e non devo aggiungere altro - prosegue Salvatore Borsellino - Non ho mai creduto alla Giustizia degli uomini, sono laico e non posso quindi confidare neanche nella Giustizia di Dio, non mi resta, nei pochi anni che mi restato da vivere, che la lotta, una lotta disperata, solitaria, senza speranza, per una Verità che continuerà ad essere occultata, vilipesa, negata dagli stessi assassini che mai, mai, potranno giudicare se stessi".