Addio a Berlusconi: da Mfe a Mondadori, cresce la galassia Fininvest

La scomparsa del Cavaliere dà continuità all'impennata in Borsa dei titoli, iniziata dopo l'ultimo ricovero. Prese d'assalto le azioni Mediaforeurope (Mediaset)

di Redazione Economia
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Silvio Berlusconi, la borsa "stupisce". Titoli in rialzo dopo la notizia della scomparsa del leader FI

La notizia della morte di Silvio Berlusconi  ha avuto, come prevedibile, delle ricadute significative sui titoli delle sue società quotate in Borsa. In modo inaspettato però si tratta di fluttuazioni tutt’altro che in negativo, i tre titoli della holding finanziaria Fininvest subiscono "un'iniezione positiva".

Il balzo più rilevante interessa il titolo Mfe - che quota con due categorie di azioni A e B e vale in Borsa poco meno di 1,5 miliardi - con un valore di 0,70 euro, che ha registrato un aumento +2,32%. Per Mondadori in rialzo più moderato, il valore attuale è di 1,98 euro, dopo il +1,54%, mentre Mediolanum resta il più stabile dei tre sul mercato, con un aumento dello +0,39% e un valore per titolo di 8,22 euro. I titoli del patrimonio finanziario del Cavaliere erano già schizzati settimana scorsa in occasione del ricovero "sospetto".

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Lo scenario che si sta verificando in queste prime ore dalla notizia della morte di Silvio Berlusconi, era prevedibile. In particolare, lo era il fatto - che, per l'appunto, si sta realizzando - che in primis fossero prese d’assalto le azioni del gruppo televisivo. Questo perchè il settore media è da sempre il più rappresentativo della storia imprenditoriale del Cavaliere che i suoi figli e la famiglia tutta hanno "ereditato" come tesoretto per il presente e per il futuro dell'azienda, messo a dura prova dall'avvento della Pay Tv che ha rosicchiato l'audience di tutte le reti della tv generalista. Ora sarebbe incauto azzardare previsioni ma senz’altro il mercato finanziario ha subìto un grosso scossone, dato che la morte di Silvio Berlusconi ha decretato ufficialmente la disputa per la successione dell’impero costruito.

Berlusconi e l'eredità ai figli: la "cassaforte" Fininvest

Circolano comprensibilmente molte allusioni riguardo all’eredità dell’impero finanziario lasciato da Silvio Berlusconi con la sua dipartita. Parlando di successione infatti i numeri da considerare sono i seguenti, lo riporta Milano Finanza. Al di sopra della holding Fininvest - dentro la quale confluiscono i tre titoli - ci sono sette holding personali.

Di queste, quattro sono in capo - o almeno, lo erano - a Berlusconi e controllano complessivamente il 61% del capitale complessivo. Le restanti tre holding invece, sono distribuite tra i cinque figli di Silvio, ma non in egual misura. Due di queste infatti, fanno capo ai due figli di primo letto - Marina e Piersilvio - che detengono ciascuno il 7,65% del capitale, mentre la terza (e ultima all’appello) appartiene agli altri tre figli - Luigi, Eleonora e Barbara - suddivise in quote paritetiche, che sommate raggiungono il 21,4% del capitale.

Insomma, questo 61% è la posta in gioco per l’eredità, quantificata in circa 2 milioni di euro. Il ramo di investimento Fininvest è la "roccaforte finanziaria" della famiglia Berlusconi perchè rappresenta lo zoccolo duro del business, essendo l’unico - tra gli altri - a “fare da cassa senza bruciare dividendi” e che, in quanto tale, rappresenta il motore trainante della holding.

Quali che siano gli sviluppi della vicenda, attualmente il punto fermo più "autorevole"  in famiglia è la primogenita Marina, da tempo alla guida operativa della “super redditizia” Mondadori, ma anche Piersilvio, votato alla gestione del business delle reti tv, potrebbe riservare sorprese.

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