Bfc Media, via al delisting dal 21 luglio. L'addio del Gruppo a Piazza Affari
La revoca dalle negoziazioni su Euronext Growth Milan sancisce l'uscita dalla Borsa del gruppo editoriale del patron della Salernitana, Danilo Iervolino
Bfc, ok dai soci per la revoca da Egm: l'addio a Piazza Affari
Bfc Media annuncia ufficialmente il delisting da Piazza Affari. L’assemblea dei soci ha approvato l’avvio delle operazioni per revocare gli strumenti finanziati della società dalle negoziazioni su Euronext Growth Milan, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita.
Il delisting sarà effettivo a partire dal prossimo 21 luglio. È quanto fa sapere in una nota la società editrice del settimanale L’Espresso e per la licenza esclusiva su tutte le attività a marchio Forbes in Italia.
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Come riporta Calcio Finanza, nell'assemblea erano rappresentate 3.081.750 azioni, corrispondenti al 97,063% del capitale sociale, e la revoca è stata approvata con il voto favorevole di 3.081.750 azioni, corrispondenti al 100% delle azioni rappresentate in assemblea e al 97,063% del capitale sociale. Ai sensi del Regolamento Emittenti Euronext Growth Milan, il delisting era subordinato all’approvazione da parte dell’assemblea ordinaria con non meno del 90% dei voti degli azionisti riuniti in assemblea.
Successivamente al delisting, “le azioni emesse dalla Società non saranno negoziate su alcun mercato regolamentato o sistema multilaterale di negoziazione italiano o europeo, ma potranno comunque formare oggetto di cessione, per via privata, ai sensi del codice civile”, fa sapere il comunicato ufficiale di Bfc Media.
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L’operazione era già stata comunicata settimane fa dal gruppo controllato per il 71,64% da Idi di Danilo Iervolino – patron della Salernitana – e dai soci Alga di Donato Ammaturo e Denis Masetti e la società a lui riconducibile J.D. Farrods Group Luxembourg S.A.
L’azionista Alga Srl, titolare di una partecipazione pari al 3,6%, - fa sapere Il Sole 24 Ore Radiocor - ha manifestato la disponibilità ad acquistare (in proprio o per persona da nominare) dagli azionisti della società - diversi da quelli che hanno votato a favore del delisting - le azioni detenute dagli stessi fino ad un massimo di 93.250 azioni, pari a circa il 2,94% del capitale sociale ad un prezzo per azione pari a 4,03 euro, per un controvalore massimo pari a 375.797,5 euro.