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Politica
Weber controlla il Ppe e liberali divisi. Cresce l'ipotesi di un'Ue a destra
Manfred Weber e Giorgia Meloni

Se Weber non può cantare vittoria, Timmermans ha ottenuto una vittoria di Pirro

 

Il voto di ieri a Strasburgo sulla legge sul “ripristino della natura” è stato letto con chiavi di lettura opposte. Le opposte tifoserie cantano vittoria: da sinistra prendendo di mira il presidente del Ppe Manfred Weber, il cui tentativo di affossare la legge tanto cara agli ambientalisti con il voto delle destre è fallito, sia pure per una manciata di voti; da destra perché stavolta si è andati veramente vicino al bottino pieno, che avrebbe probabilmente cambiato le sorti di questi ultimi mesi di legislatura abbassando le pretese di Timmermans e Von der Leyen soprattutto sui provvedimenti green. La verità, come spesso capita, sta nel mezzo.

Perché in fondo se Weber non può cantare vittoria, Timmermans ha ottenuto una vittoria di Pirro. Una volta bocciato il rigetto del provvedimento, infatti, il testo è stato modificato in molti punti importanti, a partire da quelli che avrebbero penalizzato l’agricoltura e che invece sono stati eliminati. Questo è stato possibile grazie a emendamenti del gruppo ECR (quello di cui fa parte FdI), sostenuti compattamente da tutto il centrodestra e da parte consistente dei liberali di Renew.

Scavando più a fondo, insomma, Weber ha dimostrato di avere un controllo pressoché totale del suo gruppo (15 defezioni su 178) mentre chi si è davvero spaccato è stato il gruppo liberale di Renew, dove l’ala maggioritaria macroniana non è riuscita a contenere l’insofferenza crescente di nordici e est-europei verso le derive green della Commissione Ue. Questo è esattamente lo schema su cui scommette il centrodestra italiano, a partire dai meloniani: un Ppe sempre più spostato a destra e una fetta crescente di liberali stufi di guardare a sinistra. I conti veri si faranno il 9 giugno del prossimo anno, ma intanto questi ultimi mesi di legislatura ci aiuteranno a capire di più.

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Tags:
parlamento ue maggioranza destra





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