Cdp Venture, Giorgetti benedice Resmini. E ora Donnarumma punta in alto
Il ministro dell'Economia: "Al momento sta facendo bene l'attuale amministratore delegato". E l'ex-ad di Terna?
Giorgetti spinge per Resmini in Cdp Venture Capital: e Donnarumma?
"Spero che l'amministratore delegato di Cdp Venture Capital venga nominato il più presto possibile. Comunque al momento c'è un amministratore che sta facendo bene, non è che la società sia ferma". Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, a margine di un convegno. Al momento, l'ad Enrico Resmini sta operando in proroga da fine marzo in attesa delle nuove nomine al vertice dell'azienda. Fin qui si tratta di ordinaria amministrazione politica. Eppure ci sono diversi messaggi che si possono leggere tra le righe e per i quali occorre fare un passo indietro.
Prima di tutto bisogna tornare ai mesi scorsi e alla stagione delle nomine. Quando, alla fine, si scelse per Enel Flavio Cattaneo e non Stefano Antonio Donnarumma, a quest'ultimo venne garantito un posto di rilievo. Quale? Il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, a fine aprile, aveva dato per certo l'arrivo dell'ex ad di Terna a Cdp Venture Capital Sgr, una branca di Cassa Depositi e Prestiti che si occupa di investimenti. A quanto risulta ad Affaritaliani.it, a sponsorizzarlo sarebbe stato l'attuale numero uno di Via Goito, Dario Scannapieco. Il quale voleva tendere un ramoscello d'ulivo al governo vista la scadenza del suo mandato il prossimo anno.
La cosa, finora, non è andata in porto. Vuoi perché Donnarumma temeva di guadagnare troppo "poco" rispetto a quanto abituato a ottenere in Terna e Acea. Vuoi, anche, perché dopo l'annuncio di Fazzolari che aveva dato per fatta la scelta dell'ex ad di Terna, quest'ultimo ha dato indicazione di voler rimanere nel ramo energetico, forse seguendo le orme di Marco Alverà che, lasciata Snam, si è lanciato nel business dell'idrogeno. Fatto sta che, dopo quasi tre mesi, al timone di Cdp Venture Capital c'è ancora Enrico Resmini. E l'endorsment di Giorgetti potrebbe far pensare a un nuovo scenario.
Fonti bene informate riferiscono ad Affaritaliani.it che si sta cercando una nuova collocazione per Scannapieco, che potrebbe non essere riconfermato in via Goito anche per la gestione del caso della rete Tim. Il centrodestra, e Fratelli d'Italia su tutti, aveva puntato molto sull'italianità dell'asset. Il "Progetto Minerva" dell'attuale sottosegretario Alessio Butti non ha mai preso corpo, ma pareva appurato che sarebbe stato incentrato su una rete "unica, italiana, non verticalmente integrata". Oggi, a distanza di un anno, non ci sono novità. La trattativa langue, i francesi di Vivendi continuano a chiedere cifre elevate, Kkr è arrivata a 23 miliardi, il governo chiede l'intervento di Cdp che però nicchia, gli australiani di Macquarie - che sono soci di Cdp anche in Autostrade per l'Italia - sono irritati.
Per questo si dice che Scannapieco potrebbe tornare in Europa, dove il manager "draghiano" è stato per 14 anni prima di atterrare in Via Goito. Magari alla Bei, che ha già una vicepresidente italiana, Gelsomina Vigliotti. Non un gran problema, in realtà: si potrebbe offrire quella poltrona a Scannapieco e far tornare la Vigliotti in Italia. Oppure garantirle un altro posto di pari livello. Che c'entra Donnarumma in tutto questo risiko? Se il ministro dell'economia "sponsorizza" la permanenza di Resmini significa che per l'ex-amministratore delegato di Terna potrebbe essere pronta una poltrona più prestigiosa. Quale? L'indovinello è abbastanza semplice.