Cimolai, Sace dà il via libera al salvataggio: maxi-debito da 668 milioni

Per l'azienda questo rappresenta "un passo significativo per supportare il perseguimento degli obiettivi del proprio piano industriale"

di Redazione Economia
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Sace dà l'ok al salvataggio di Cimolai

È un primo consenso importante che proviene da Sace, l'azienda assicurativo-finanziaria che fa parte del Gruppo Cassa depositi e prestiti, riguardo alla proposta di accordo presentata dalla Cimolai.

È la stessa azienda di Pordenone a comunicare di aver ricevuto "a valle del deposito dell’integrazione della propria proposta di concordato preventivo, il preliminare supporto di Sace sulle modalità di riscadenzamento del debito proposte da Cimolai presso il Tribunale di Trieste". Secondo Cimolai, questo rappresenterebbe "un passo significativo per supportare il perseguimento degli obiettivi del proprio piano industriale, nell’ambito della procedura concordataria in corso, nel caso di supporto anche degli altri istituti finanziari coinvolti".

L'accordo prevede che Cimolai "metta in essere concrete iniziative mirate a rafforzare e consolidare, in linea con le best practice di settore, i propri impegni su tematiche Esg, includendo anche la successiva individuazione, di concerto con Sace, di una ulteriore iniziativa sociale aggiuntiva rispetto alle iniziative Esg già esplicitamente individuate nel piano".

Cimolai conferma infine "gli obiettivi di rinnovamento e rafforzamento del proprio modello di governance aziendale, di miglioramento dell’impatto ambientale delle proprie attività produttive e di sostegno del tessuto sociale".

Al momento, l'azienda non fornisce ulteriori dettagli, rimandando a comunicazioni future nei prossimi giorni in vista dell'avvio del periodo di votazione sulla proposta di accordo, che inizierà il 20 luglio e si concluderà il 10 agosto, con l'omologazione prevista per metà settembre.

Come si ricorderà, alla fine di marzo, Cimolai spa e Cimolai holding spa sono state ammesse all'accordo preventivo a seguito di una crisi finanziaria causata dalle operazioni in derivati per coprire il rischio di cambio euro/dollaro, operazioni avviate dal responsabile finanziario dell'azienda, ma senza l'autorizzazione necessaria.

Il piano di salvataggio prevede la creazione di una nuova società, Nuova Cimolai, interamente controllata dalla Luigi Cimolai Holding, alla quale saranno trasferiti dipendenti, attrezzature e contratti. In quel momento, gli azionisti sottoscriveranno l'aumento di capitale necessario per soddisfare i creditori.

Il debito della nuova società nei confronti di Cimolai spa, relativo al pagamento del prezzo di acquisto dell'azienda, sarà compensato con il debito che la "bad company" deve alla nuova società per la sottoscrizione di uno strumento finanziario partecipativo denominato Sfp.

L'analisi dei conti del gruppo rivela un debito complessivo di circa 668 milioni di euro, di cui 230 milioni verso creditori privilegiati e 436 milioni verso creditori generali. Tra questi ultimi vi sono diverse istituzioni di credito e anche Sace, che è anche presente nell'elenco dei creditori privilegiati. L'esposizione verso le banche, per linee di credito garantite da Sace, ammonta a circa 134 milioni di euro. A ciò si aggiungono altri 56 milioni di debiti legati a mutui, con il coinvolgimento del Frie.

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