Fico: è guerra, sindacati e investitori non credono più a Farinetti
Si scopre che i soldi privati investiti su Fico sono stati dati sulla fiducia. Gli investitori non sapevano dell'annuncio di Farinetti su chiusura e riapertura
La conoscete la storia di quelli che fecero un buco così grande da costruire una nuova città? Fico sembra morto prima di rinascere dalle sue ceneri. Sono già accesi i motori per la speculazione immobiliare?
Dopo le parole su Fico dell’ex capo di Unipol Giovanni Consorte, “feci uno studio (nel 2014, tre anni prima dell’apertura, ndr), numeri alla mano misi in guardia sul progetto. Era prevedibile il fallimento”, a Bologna scoppia il pandemonio.
"Abbiamo investito sulla fiducia”, ha spiegato a Il Resto del Carlino Valerio Veronesi, numero uno della Camera di Commercio di Bologna.
Eh? Cosa ha detto? Investito sulla fiducia? Non per motivi economici?
Veronesi: “Sì, c’era un piano. Un piano che, se esaminato in termini economici, da sempre ha mostrato difficoltà. Forma e sostanza, come dicevo, ed è dalla forma che si genera la fiducia”.
Le dichiarazioni del numero uno della Camera di Commercio seguono l’annuncio di Farinetti, in un programma su Radio24, di chiusura di Fico e riapertura con nuovo progetto e nome, ‘Gran Tour Italia’ e l’intervista su Affaritaliani del manager Giovanni Consorte che ricorda come già nel 2014 aveva previsto il flop. La "forma" a cui accenna Veronesi è l’annuncio in solitaria del guru di Eataly.
"Tutta la città è infastidita”, spiega Veronesi, “come rappresentante del mondo economico, è impossibile tacere: intervengo raramente, ma questa volta il silenzio sarebbe un errore".
E ancora: "Noi vogliamo una chiamata. Parliamo di un imprenditore di razza che, tra l’altro, ha ammesso uno scivolone: ci aspettiamo una telefonata quanto prima. Altrimenti la comunità economica continuerà a non sentirsi coinvolta in qualcosa per il quale ha investito anche del capitale sociale. Ecco, a Bologna siamo abituati diversamente...".
Riassumendo: le imprese bolognesi di cui parla Veronesi avrebbero investito sulla fiducia, non sui numeri, e Farinetti non ha fatto loro neanche una telefonata per spiegare che chiuderà e riaprirà Fico con un nuovo progetto.
Non sappiamo a questo punto se ridere o piangere, se è maggiore il carico di debiti, visti i milioni bruciati, o l'approssimazione. Ma c’è da chiedersi: è peggio Farinetti, con le sue visioni, o chi gli ha dato fiducia e soldi?
Ma alla passerella di Farinetti col governo Pd di Gentiloni, il sindaco Pd di Bologna Virginio Merola e tutti i notabili locali non abbiamo sentito che gli investimenti siano stati fatti sulla fiducia.
Da domani, con una visione, proveremo a presentarci a qualsiasi banca italiana per vedere se ci sganciano qualche milionicino sulla fiducia anche a noi. O non ce li sganciano perché non facciamo parte del circolo giusto?
“A Bologna le cose si devono condividere", ha rammentato sempre al quotidiano locale Matilde Madrid, Capo di gabinetto e delegata alle partecipate del sindaco di Bologna Matteo Lepore. L’uscita in solitaria dell’Oscar nazionale non è piaciuta neanche a loro.
Ma arrivano anche i sindacati, Cgil, Cisl, Uil, che annunciano: “Rimaniamo sconcertati dalla modalità di comunicazione scelta dall’imprenditore Farinetti e dalla presentazione di un piano industriale, al momento alquanto aleatorio, che prevede una completa ristrutturazione a soli cinque anni dalla apertura del parco”. I sindacati sono preoccupati per la fine dei lavoratori che sarebbero 55 e non le migliaia annunciare dalle fanfare Pd all’apertura del progetto.
Chissà se presto ci sarà una tragedia in corso e bisognerà salvare la città, chissà!
La conoscete la storia di quelli che fecero un buco così grande da costruire una nuova città? La conoscete? Non l’avete mai sentita perché non è stata ancora scritta, almeno del tutto. Sembra una barzelletta ma, e lo scrivemmo all’inizio, tutto fa pensare che potrebbe essere questo l’epilogo della geniale Disneyland del cibo voluta da Oscar Farinetti, nata nel 2017 a Bologna: una bella riconversione immobiliare dell'area dove sorge Fico, per recuperare il fallimento e la perdita di denaro del progetto visionario. Costruire cioè una nuova piccola Bologna capace di ripianare i buchi. E così una mega speculazione diventa un’operazione di salvataggio. A questo punto non possono che seguire gli applausi!