Generali conferma Ceo Philippe Donnet e nomina presidente Andrea Sironi

Insediati anche i tre membri dei “pattisti”: Caltagirone, Cattaneo e Brogi. Il primo Cda dopo il voto dell'assemblea

Andrea Sironi - presidente di Assicurazioni Generali 
Economia
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Generali, il Cda rinnova l'incarico di Ceo a Philippe Donnet e nomina Andrea Sironi presidente

È andato in scena il primo consiglio di amministrazione del nuovo corso di Generali. Obiettivo: nominare il presidente Andrea Sironi e rinnovare l’incarico per la terza volta a Philippe Donnet. Si tratta anche del primo cda dopo la sconfitta dei cosiddetti “pattisti” e la vittoria della lista del cda. Se per la nomina di Sironi non ci sono stati particolari problemi, con il voto che è stato dato all’unanimità, lo stesso non si può dire della conferma di Donnet. Il quale ha dovuto incassare il voto contrario di Francesco Gaetano Caltagirone e Flavio Cattaneo e l’astensione di Marina Brogi.

Non è un mistero che Caltagirone, insieme a Del Vecchio, alla famiglia Benetton e alla Fondazione Crt avrebbe voluto sostituire il top manager francese con un dirigente di lungo corso come Luciano Cirinà. Un tentativo fallito che ha portato anche al licenziamento in tronco dello stesso Cirinà. Come riporta Repubblica, la riunione si sarebbe svolto in un clima piuttosto rilassato, ma è prematuro per parlare di una rinnovata “pax” a Trieste. Troppi sono i dossier ancora sul tavolo. Donnet ha presentato un piano industriale per il triennio 2022-2025 particolarmente aggressivo dal punto di vista dei dividendi, con la promessa di portare nelle tasche degli azionisti fino a 5,6 miliardi di euro.

Un tema che non lascerà insoddisfatto anche Francesco Gaetano Caltagirone che, in quanto titolare di una quota appena inferiore al 10% del totale del capitale del Leone, potrebbe ritrovarsi nelle tasche oltre mezzo miliardo di dividendi. Non male. Ma non è un mistero che il vero campo di battaglia sarà l’M&A. Un terreno scivolosissimo perché è il principale capo d’accusa che Caltagirone e Del Vecchio hanno lanciato contro Donnet: una scarsa mobilità sui mercati con il conseguente incremento del distacco con Axa e Allianz, principali competitor a livello europeo.

Risponde però Donnet e chi lo ha sempre appoggiato che il ritorno per gli azionisti è stato tra i più alti del comparto, ben al di sopra di quelli garantiti dai colossi assicurativi “rivali” del Leone. Infine, c’è la netta sensazione che Caltagirone, sedendo in consiglio di amministrazione – dopo esserne stato vicepresidente fino allo scorso anno – non sia disposto a fare alcun tipo di concessione a Donnet. Ma c’è anche chi maligna che lo stesso costruttore romano si sia mosso in modo poco lungimirante.

Nel suo comprensibile desiderio di avere un peso in una compagnia in cui ha investito miliardi, ha dovuto scegliere un candidato ceo che non gli “facesse ombra”. Ma in questo modo si è precluso le poche possibilità che aveva di ribaltare il risultato della consultazione assembleare. Se davvero, come in molti chiedevano, avesse puntato su Sergio Balbinot – uno che Generali la conosce come le sue tasche avendoci lavorato per 31 anni ed essendo stato anche co-amministratore delegato in tandem con Giovanni Perissinotto – forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma si sarebbe trattato di un super-manager che però avrebbe avuto il desiderio di far valere le sue posizioni.

 

 

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