Borse europee: calano ma non crollano. Mercati guardinghi, si aspetta Israele

Spread a 206. Ftse Mib a meno -0,46%

di Redazione Economia
Effetti della guerra sulla borsa
Economia

Borsa, calo modesto degli indici

Chiusura di seduta negativa per il mercato azionario, in sintonia con il resto d'Europa, all'inizio della settimana dopo la notizia nel weekend dell'attacco di Hamas a Israele. L'indice Ftse Mib termina con un -0,46% a 27.683 punti, nel complesso attenuando il ribasso che forse si attendeva più marcato. Ha contribuito anche la sostanziale tenuta di Wall Street, che segna solo un lieve calo.

Operatori comunque sempre cauti nel prendere posizione con gli scenari geopolitici mondiali sempre più complicati dopo la guerra in Ucraina. Sul piano più strettamente economico, oggi la Germania ha diffuso il dato della produzione industriale in agosto, che ha registrato un miglioramento dal -0,8% di luglio, rimanendo però sempre negativa, a -0,2%.

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Dal canto suo la presidente Bce Lagarde ha detto in un'intervista di essere fiduciosa che Francoforte centrerà l'obiettivo di riportare l'inflazione al 2%. Sul listino i temi operativi connessi alla guerra hanno premiato i titoli petroliferi, dopo il rialzo del prezzo del greggio, e quelli della difesa, per possibili nuove commesse dopo lo scoppio della nuova guerra.

Bene quindi Leonardo, con un +4,79%, mentre in campo energetico Eni sale del 2,27%, Saipem +1,80%, Tenaris +3,93%. Su anche Snam, Terna, Italgas. Deboli i bancari, con Monte Paschi che cede il 6,25%, Bper -4,67%, Bpm -2,84%, e altri finanziari come Azimut, Banca Generali e Banca Mediolanum. Sul resto del listino Moncler giù del 3%, Tim -1,77%, sale Pirelli. Tracollo per la Juventus (-8,50%) dopo l'annuncio di un aumento di capitale fino a 200 milioni di euro per coprire la perdita registrata nell'ultimo esercizio 2022-23.

Scivolone in chiusura per la borsa palestinese (-4,09%), in controtendenza invece Tel Aviv (+0,95%). Sotto pressione lo shekel israeliano (-2,49% a 3,94 sul dollaro), sceso ai livelli del marzo del 2016. I timori per la guerra in Israele sono però controbilanciati in qualche misura dalle affermazioni della presidente della Fed di Dallas Lorie Logan, convinta che "i rendimenti più alti dei 'treasury' (i titoli di stato, ndr) potrebbero significare che ci sarà meno bisogno di alzare i tassi di interesse".

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In rialzo il greggio (Wti +4,75% a 86,75 dollari al barile) e il gas (+15,44% a 44,14 euro al MWh), in lieve rialzo l'oro (+0,07% a 1.851,32 dollari l'oncia), positivo l'acciaio (+0,19% a 3,649 dollari la tonnellata). Scende a 206,8 punti il differenziale tra Btp italiani e Bund decennali tedeschi e il rendimento italiano inverte la rotta con un calo di 5 punti al 4,85%, mentre quello tedesco ne perde quasi il doppio (9,9 punti) al 2,78%.

Sprint dei petroliferi Bp (+3,3%), Shell (+3,1%), Eni (+2,19%) e TotalEnergies (+2,04%). Più consistenti i rialzi del mondo aerospaziale. Saab guadagna l'8,69%, Thales il 4,5% Leonardo e Dassault il 4,33%. Soffrono invece le banche, da Mps (-5,79%) a Bper (-4,73%), da Bbva (-3,39%) a Banco Bpm (-3,07%), Santander (-2,51%) e Bnp (-1,88%). Più caute Barclays (-1,6%), Unicredit (-1,5%) e Intesa (-1,39%).

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