Mutui, il tasso variabile non conviene più. Ecco come risparmiare sulle rate

Mutui/ L'ennesimo rialzo dei tassi della Bce avrà conseguenze sulle rate a carico di chi ha comprato casa scegliendo il tasso variabile. Le possibili soluzioni

di Francesco Megna
Economia

Caro mutui, nuova stangata per le famiglie che hanno scelto il tasso variabile. Ecco come risparmiare 

In Italia il caro mutui è diventato oramai un problema sempre più importante per tante famiglie. Dalla primavera dello scorso anno i tassi di interesse sono tornati a crescere rapidamente generando apprensione tra giovani e famiglie che hanno un mutuo sulle spalle e che, da ormai un anno, sono testimoni di un inesorabile innalzamento dei pagamenti a fine mese. Ricordiamo che circa un terzo dei mutui sinora erogati è a tasso variabile e l’indice Euribor, negli ultimi sette anni  è sempre stato negativo:  sommato allo spread deciso dalla banca come remunerazione, formava un tasso di interesse vicino allo zero.

L'ennesimo rialzo dei tassi deciso recentemente dalla BCE avrà conseguenze rilevanti sulle rate a carico di chi ha comprato casa scegliendo il tasso variabile; o per quanti sono sul punto di acquistare casa e si vedranno proporre  tassi cresciuti in maniera vertiginosa rispetto al 2022.  Si tratta di una decisione che è stata criticata da più parti, con il timore che si arrivi a una recessione e a una forte caduta del mercato immobiliare. Sta di fatto che l'imminente aumento del costo del denaro annunciato dalla Bce potrebbe fornire nuova linfa alla corsa delle rate dei mutui per l'acquisto della casa che potrebbero crescere sino al 70%. Si assiste perciò a un calo delle richieste di mutui a tasso variabile, come constatato da Mutuionline: le domande di mutui a tasso fisso nell'ultimo trimestre sono state infatti il 91,% circa del totale, il dato più alto degli ultimi quattro anni.

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Caro mutui, scendono le richieste a tasso variabile

Le richieste di mutui a tasso variabile invece sono passate dal 15% del primo trimestre dell’anno a 7,6% dell'ultima rilevazione. Questo significa che oggi il variabile è più caro del fisso, un fenomeno che non accadeva dal lontano 2008. Infatti oggi un mutuo a tasso fisso a vent'anni parte da una TAEG del 4%. Con gli stessi parametri un variabile parte da una TAEG del 5% circa. Secondo stime di Banca d'Italia, le famiglie indebitate sono circa il 25% del totale: di queste, la metà circa hanno un mutuo per l'acquisto della prima casa. Quali possibili soluzioni si potrebbero adottare? Anzitutto rinegoziare il mutuo con il proprio Istituto di Credito diminuendo la rata mensile e dunque aumentando la durata della restituzione del mutuo: una soluzione che renderebbe il rimborso del finanziamento sostenibile da subito. Un'altra soluzione potrebbe essere quella chiedere una revisione delle condizioni contrattuali in essere.

La rinegoziazione del mutuo consente di concordare con la banca nuove modalità pe il rientro del debito. La scelta più ovvia è quella di passare ad un tasso fisso, oggi senz'altro più conveniente. Occorre però capire se il contratto prevede questa opportunità. Se la rinegoziazione è indicata nel contratto di mutuo è possibile che sia già previsto un tasso fisso prestabilito, previsto al momento della stipula.

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Caro mutui, ecco le soluzioni per risparmiare a fronte del rialzo dei tassi

Ad ogni modo è diritto del mutuatario richiederlo comunque. Grazie poi al ritorno della legge del 2012, nuovamente in vigore da quest'anno, è possibile rinegoziare il mutuo dal tasso fisso al variabile. Ad ogni modo per poter usufruire dei benefici della legge è indispensabile che l'importo del mutuo non superi i duecentomila euro, che il mutuatario sia in regola con i pagamenti e che abbia un Isee inferiore a trentacinquemila euro. Per chi invece è a fine piano di ammortamento una soluzione da valutare potrebbe essere l'estinzione anticipata del mutuo. L'alternativa all'estinzione potrebbe essere la surroga del mutuo verso uno a tasso fisso: previsto dalla legge Bersani lo switch verso un'altra banca comporta la cessione del debito e la stipula di un nuovo contratto. Ad oggi i titolari di un reddito mensile sopra i duemila euro coprono il 40% circa dei richiedenti un mutuo.

Chi dispone invece di un reddito medio-basso al momento aspetta tempi migliori. In base ai dati forniti da CRIF, a Maggio l'andamento delle richieste di mutui subisce un calo del 24% circa. In calo anche l'importo medio ( -2,4% vs Maggio 2022) per un valore complessivo pari a 143.000 euro circa. Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste per fasce di età si evidenzia che due domande su tre provengono dagli under 34 e dal target 35-44 anni.

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