Pnrr, allarme dai costruttori: piano a rischio, due terzi dei progetti in stop

"Mancano misure in grado di intervenire su uno dei principali ostacoli al rispetto dei tempi previsti dal Piano Ue, ovvero la carenza di progetti esecutivi"

(Fonte immagine: Pixabay) 
Economia
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Recovery Plan a rischio, il monito del presidente dell'Ance Musmeci 

Il Recovery Plan torna a far discutere. Il piano di ripresa e resilienza varato da Bruxelles per far ripartire le economie di tutta Europa nel post pandemia continua a non correre come dovrebbe. Gli obiettivi mancanti sono ancora parecchi, due terzi dei progetti sono in fase di stallo e mancano gli operai specializzati per la messa a terra operativa del disegno.

A scattare un’istantanea della situazione è il direttore generale dell’Ance, Massimiliano Musmeci, che in audizione al Senato sul Dl Pnrr mette in fila gli anelli deboli e i punti ancora da chiarire sul piano di ripresa europeo.

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 "Nel dl 36/2022 per l'attuazione del Pnrr mancano misure che intervengano su uno dei principali ostacoli al rispetto dei tempi previsti dal piano europeo: la carenza di progetti esecutivi. Due terzi degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr è ancora allo stato progettuale preliminare”, ha rivelato Musmeci citando una recente indagine condotta dall’Ance presso le amministrazioni locali, con l'obiettivo di capire lo stato della progettazione degli investimenti finanziati con il Pnrr.

Ma non solo. C’è ancora una forte carenza di personale tecnico e di progetti pronti per l'appalto, senza i quali è difficile garantire il rispetto dei tempi imposti dal Pnrr. "Mancano misure in grado di intervenire su uno dei principali ostacoli al rispetto dei tempi previsti dal Piano europeo, ovvero la carenza di progetti esecutivi", ha detto Musmeci citando una recente indagine condotta dall'Ance presso gli enti locali, secondo cui "circa due terzi degli interventi candidati e/o finanziati con il Pnrr è ancora allo stato progettuale preliminare".

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A fronte di ciò occorre "favorire la progettazione, prevedendo maggiori risorse dedicate, e supportando maggiormente gli enti nella gestione delle iniziative finanziate con il Pnrr in tutte le fasi realizzative a partire dalla progettazione".

Rispetto alle disposizioni del decreto che possono incidere sulla realizzazione degli investimenti di interesse del settore delle costruzioni, "si segnala, tra le misure di rafforzamento della capacità amministrativa, quelle relative all'assunzione di personale per il ministero dell'Interno". La norma "appare positiva nell'obiettivo, visto che il ministero si trova a gestire una quota importante delle risorse destinate all'edilizia, circa 12 miliardi. Tuttavia, l'assunzione di sole 20 unità di personale e le risorse previste, pari a poco più di 4 milioni di euro, appaiono insufficienti, in considerazione sia del numero di progetti previsti, 60.000, sia degli enti coinvolti, 8.000 comuni, con i quali il Ministero dovrà rapportarsi nella gestione dei finanziamenti".

I costruttori dell'Ance hanno anche chiesto di prevede una più efficace pubblicità degli appalti del Pnrr nei casi in cui la stazione appaltante decida di avvalersi delle deroghe al codice (concesse dal decreto legge n.77/2021), pena il rischio di "un grave danno al mercato".

"L'assenza, infatti, di una piena pubblicità delle procedure, ha spiegato Musmeci, rende assai difficile, se non impossibile, la partecipazione in raggruppamenti temporanei d'impresa, ossia di uno strumento chiave per la crescita delle Mpmi". "Per assicurare invece l'effettiva possibilità di manifestare il proprio interesse alla partecipazione da parte delle imprese, ha affermato, la pubblicazione degli avvisi dell'avvio di procedure negoziate dovrebbe avvenire sempre in un momento antecedente rispetto all'effettiva indizione della gara".

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