Tim, l'addio alla rete salva l’industria. L'Economist loda il modello Labriola
La decisione del ceo Labriola di separare la rete è valutata dall'Economist come "migliore opzione per risollevare l'industria da un deserto senza profitti"
Telecomunicazioni, l'elogio dell'Economist al ceo di Tim Labriola
L'Economist analizza il 'caso Italia' sul fronte delle telecomunicazioni e conferisce un (prestigioso) attestato di stima per Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, che viene assurto a modello da seguire per sposare una strategia industriale vincente per le tlc europee.
La ragione del pubblico plauso è la decisione presa dall’ad di scorporare la Rete che, secondo il quotidiano britannico "può essere la migliore possibilità per salvare l'industria del settore da un deserto senza profitti". In questo senso Pietro Labriola viene considerato come il precursore che farà scuola agli altri ceo. L’ingrediente “magico” di Labriola, secondo l’Economist è che, seguendo il suo modello: “è più probabile che le autorità di regolamentazione permettano di unire l’attività di telefonia mobile con quella di un altro operatore".
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Ovviamente, questo slancio di intraprendenza nasce con un intento preciso, che lo stesso ad ha più volte ribadito: l’orizzonte d’attesa è principalmente quello di ridurre il debito storico contratto da Tim, che ha assottigliato in particolar modo il margine dell’operatività. In quest’ottica, la vendita della rete fissa - che porterebbe 20 miliardi di euro di guadagno - “è la via più chiara per riconquistare opzioni industriali data la grande frammentarietà che caratterizza il futuro del mercato europeo nel settore telecomunicazioni.
A questo proposito, il noto giornale britannico individua il tallone d’achille delle competitor di Tim - nell'articolo: “What TIM’s mega-spin-off reveals about Europe’s telecoms industry”- scrivendo: "Molti dei problemi delle telecomunicazioni europee derivano dai loro tentativi di fare troppo. Se lo riconoscono e separano (il business, ndr), Bruxelles dovrebbe dar loro un po' di tregua".