Trasporti, il sistema che verrà: l'Italia punti anche su turismo-territorio

Da troppo tempo il sistema del trasporto pubblico è ancorato su vecchi e superati paradigmi, ora serve una visione innovativa della mobilità collettiva

di Marco Foti
Economia

Il sistema dei trasporti va completamente trasformato, ecco come. L'analisi 

Una visione innovativa della mobilità collettiva a supporto di un nuovo concetto di regolazione della spesa pubblica. Da troppo tempo il sistema del trasporto pubblico è ancorato su vecchi e superati paradigmi, elementi fondanti della ripartizione della spesa pubblica per le Regioni e le Provincie Autonome. L’ex Fondo Nazionale Trasporti, seppur rimpinguato ogni qualvolta necessiti un aumento di spesa, non risponde più alle esigenze dei territori, delle aziende e, soprattutto, degli utenti, che si spostano con logiche completamente diverse rispetto a quanto accadeva prima della pandemia. 

Un sistema di regolazione che non tiene conto delle dinamiche profondamente modificate e che da sempre considera il sistema “Territorio – Turismo – Trasporti” in modo complementare o addirittura in contrapposizione. Oggi, il sistema delle “tre T” deve essere approcciato con una visione unica ed unitaria, si deve porre estrema attenzione alle imprese dell'economia reale e della finanza unite alle istituzioni centrali e locali ed alla società civile.

Come sostiene Banca d’Italia nell’Occasional Papers 202, “il Trasporto Pubblico Locale costituisce un importante fattore di crescita e competitività dei territori”, a conferma della posizione di ASSTRA secondo cui “Il Trasporto Pubblico Locale è un grande valore per la collettività perchè apre le porte delle nostre città, rende godibile il nostro Paese a tutti e sostiene le altre attività economiche del territorio, che diventa attrattivo a livello abitativo, a livello aziendale, a livello turistico”.

Il Turismo nel nostro Paese genera un valore aggiunto di circa 600 miliardi di Euro, circa il 6 per cento del valore aggiunto lordo totale dell’economia dell’Ue. L’Italia occupa il primo posto in Europa per le strutture ricettive sul totale UE (più del 30%) e al secondo posto per quota di presenze di clienti di residenza estera (50%). Il 2022 ha fatto registrare più di 400 milioni di presenze in Italia, di poco inferiore ai dati del 2019 con 436 milioni di presenze, pari al 15% delle presenze negli esercizi ricettivi nel complesso dei Paesi Ue27.

Il turismo è un elemento centrale nello sviluppo di tutte le regioni d’Italia ed il TPL ricopre da sempre una posizione strategica nelle dinamiche economiche e turistiche. Numeri che devono far riflettere sul reale impatto del TPL nel settore del turismo: infrastrutture e servizi ferroviari, automobilistici, marittimi.

Elementi che costituiscono la struttura portante del «sistema Territorio – Turismo – Trasporti» per sostenere flussi di mobilità che oggi non possono più considerarsi esclusivamente di natura sistematica ed abitudinale ma che devono cogliere le potenzialità offerte dal territorio e dal turismo. Il settore dei trasporti in Italia, dopo decenni di completo abbandono in termini di programmazione degli investimenti e realizzazione degli interventi, oggi vive una sorta di «Rinascimento».

La spesa complessiva del MIT per il 2023 è allocata su 5 missioni e 14 programmi. Il 90% della spesa finale complessiva del Ministero, per l'anno 2023 pari a 18.436,7 milioni di Euro, è allocata su due missioni:
• Diritto alla mobilità e sviluppo dei sistemi di trasporto, per circa 11 miliardi di Euro;
• Infrastrutture pubbliche e logistica, per 5,9 miliardi di Euro.

Negli ultimi 20 anni (2000-2020) la spesa primaria media annua, al netto delle partite finanziarie, è risultata pari a 33,1 miliardi di Euro, valori distanti dalla soglia dei 40 miliardi di Euro registrata nel 2001 e nel 2007. Con la pandemia lo Stato ha adottato una politica compensativa sulla spesa primaria netta (circa 2 miliardi di Euro) che sarà maggiormente visibile nei Conti Pubblici Territoriali del 2021, 2022 e 2023. Nel 2020 i territori che presentano i valori più elevati sono la Lombardia (20,7%), il Lazio (14,1%), l’Emilia Romagna (8%), il Veneto (7,5%) e la Campania (7,4%).

La rappresentazione territoriale dei valori di spesa pro capite presenta un valore medio di 507,8 Euro per il 2020. La Liguria risulta essere la regione con il valore più alto di spesa pro capite per il 2020, pari a 847,1 Euro ed è l’unica regione italiana ad assicurare un’incidenza prossima al 5% del settore Trasporti sulla spesa primaria netta complessiva.

In tema mobilità le «abitudini» degli italiani sono state «quantificate» dal «FS Research Centre» del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane attraverso il sistema informativo strategico SIMS (Strategic Information Management System) e tramite l’utilizzo di Big Data telefonici. L’analisi del MIT è stata effettuata in modo aggregato su scala nazionale «approssimando i big data telefonici alla popolazione di età uguale o maggiore ai 12 anni»:
• Gli italiani che si sono spostati ogni giorno sono stati oltre 38 milioni;
• La popolazione mobile rappresenta il 76% della popolazione residente;
• Ogni «residente mobile ha effettuato mediamente 2,6 spostamenti in un giorno feriale;
• In un giorno feriale si stimano 98 milioni di spostamenti, pari a circa 1,8 miliardi di spostamenti*km;
• In un giorno festivo ci si sposta di meno con 2,54 spost/gg;
• La maggior parte degli spostamenti è di natura locale in quanto il 45% della mobilità è svolta entro i 25 km, percentuale che cresce al 72% per gli spostamenti entro i 50 km.

Sul territorio ligure la “mobilità complessiva” stimata da FS in un giorno medio feriale del 2019 è pari a 1,3 milioni di spostamenti. Da par suo ISTAT quantifica una “mobilità sistematica” (casa – lavoro e casa – scuola) in poco più di 754 mila spostamenti/giorno all’interno del territorio ligure. La percentuale di popolazione mobile in Liguria è pari al 70% della popolazione residente, inferiore del 6% rispetto al valore medio nazionale.

In tutto questo necessita un nuovo concetto di TPL a causa dell’ormai superato Regolamento 1370, la CE individua i «servizi minimi» come quegli «obblighi di servizio pubblico intesi a garantire frequenza, qualità, regolarità per il trasporto sicuro a costi ragionevoli di elevata qualità». Vige ancora l’approccio del «trasferimento storico» della ripartizione dei contributi alle Regioni (ex Fondo Nazionale Trasporti).

Per cui occorre introdurre il concetto del «Livello Essenziale di Trasporto» (LET), prestazioni e servizi che l’amministrazione pubblica è tenuta a fornire a tutti i cittadini in ragione del rispetto del diritto alla mobilità. I Livelli Essenziali di Trasporto hanno uno scopo ben preciso e sono focalizzati attraverso un approccio basato a rendere il servizio accessibile per tutti, integrativo alla mobilità privata, anche con forme diverse dalle soluzioni tradizionali. Una visione innovativa della mobilità collettiva a supporto di un nuovo concetto di regolazione della spesa pubblica per cui i «LET» costituiranno la base di partenza per la nuova riorganizzazione dell’ex «Fondo Nazionale Trasporti» e la nuova ripartizione della spesa pubblica delle Regioni e delle Provincie Autonome.

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