Morgan è grande, i boia del web piccoli piccoli

L'artista aveva sbottato contro il pubblico durante un concerto a Selinunte in omaggio a Battiato

L'opinione di Tiziano Rapanà
Spettacoli

Morgan è grande, i boia del web piccoli piccoli

Ogni giorno spunta una polemica, come un fiore fetente e bastardo che inquina la terra. A Selinunte finisce male tra Morgan e il pubblico, in un concerto-omaggio a Franco Battiato. Nasce un diverbio, la musica lascia lo spazio all'irrisione e all'insolenza. Il cantautore se la prende (anche con parole forti).

L'umanità di Morgan non viene perdonata. Il web valuta e condanna. Non esistono attenuanti e non è contemplata la difesa. Tra la sua fragilità e le mosse studiate dai principi del marketing, io per chi devo patteggiare? I giudicanti indefessi innamorati dei retorici commenti da post-it (banalità all’ingrosso, tutto cuore e amore e generici impegni per i diritti civili) non lo capiranno mai.

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Dice bene Fulvio Abbate su Twitter: "Lo sfogo di Morgan a Selinunte contro certo pubblico è più che comprensibile". I finti moralisti che non sanno nemmeno un verso di una canzone di Charles Trenet, il cantore del mare par excellence, dovrebbero evitare i loro cinque minuti di modesta popolarità. Cari scandalizzati battiatologi improvvisati, lo so, scappereste dopo due minuti de "L'Egitto prima delle sabbie" (quel brano, che dura ben 15 minuti, è oggettivamente insostenibile). Quel Battiato così antico e sperimentatore lo bazzicano in pochi, Morgan lo conosce a menadito. È un vero divulgatore delle cose della musica, può dire tutto su Battiato e i grandi della sua era, eppure gli si vuole fare terra bruciata attorno. Non capisco questo attivismo contro di lui.

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Già avverto il vento della critica superficiale e cialtronesca che mi ronza attorno, si fa voce e mi sussurra all’orecchio: “È omofobo!”. Grande cazzata sesquipedale. Lo avete mai visto un omofobo omaggiare Umberto Bindi in una trasmissione tv? Decantare la bellezza dell’opera musicale di un virtuoso della melodia, un benemerito che l’Italia ha trattato in maniera indegna? Pino Strabioli, compare di Morgan nel mitico “StraMorgan”, lo sostiene a gran voce e giustamente manda a quel paese i tanti che vorrebbero una presa di distanza netta e livorosa.

Anche Red Ronnie, Grazia Di Michele e Vittorio Sgarbi hanno difeso l’artista con vigore. Gli anonimi gaglioffi del web, finti assennati con i loro falsi account, dovrebbero rompere il muro della banalità e costruire un dibattito serio: la musica di Morgan vi piace o non vi piace? Invece, ci si riduce alla pretta attualità che genera scoramento.

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