Bolsonaro come Trump: assalto al Parlamento dei suoi fan, che contestano Lula

Brasile sotto choc: i sostenitori dell'ex Presidente attaccano il palazzo, contestando l'esito delle elezioni di ottobre - LE FOTO DELLA RIVOLTA

Esteri

Due anni dopo Capitol Hill, un nuovo sfregio alla democrazia

Centinaia di sostenitori dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno assaltato la zona dei palazzi del potere a Brasilia, dove ci sono le sedi di Parlamento, Governo e Tribunale supremo elettorale. Gli insorti sono riusciti a entrare nella "piazza dei tre poteri", sebbene fosse presidiata dalle forze dell'ordine. I bolsonaristi, molti dei quali con la bandiera carioca sulle spalle e la maglia della nazionale di calcio, sono riusciti a sfondare il cordone di sicurezza e diverse decine di loro sono riuscite a salire su una rampa dell'edificio per occupare il tetto. Le forze dell'ordine stanno usando gas lacrimogeni e ordigni stordenti per cercare di contenere i manifestanti. 

I sostenitori di Bolsonaro non accettano la vittoria di Lula alle ultime presidenziali e centinaia di loro si erano accampati davanti al quartier generale dell'esercito, a Brasilia, già il giorno dopo le elezioni del 30 ottobre. Lula è entrato ufficialmente in carica solo il 1 gennaio 2023.

Le immagini dell'assalto sono impressionanti e ricordano l'invasione del Campidoglio negli Stati Uniti, avvenuta esattamente due anni fa.

COSA E' SUCCESSO IL 6 GENNAIO 2021 A CAPITOL HILL

Mostrano la folla che scorre verso il palazzo del Congresso, che ospita sia la Camera dei Deputati che il Senato. I manifestanti sono arrivati sul tetto, ma anche sui prati intorno all'edificio, compreso quello del palazzo presidenziale di Planalto, che si trova a pochi metri dal Congresso.

Jair Bolsonaro, battuto da Lula al secondo turno delle elezioni presidenziali del 30 ottobre, ha lasciato il Brasile alla fine dell'anno, recandosi negli Stati Uniti.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Brasile: la reazione di Lula contro i "fanatici fascisti"

Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, non si trova in questo momento a Brasilia, dove migliaia di sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro hanno invaso il Parlamento, il palazzo presidenziale e la Corte Suprema. Lula si è infatti recato nella città di Araraquara, nello stato di San Paolo, devastata da un'alluvione. Tuttavia, Lula ha subito convocato una riunione di urgenza con i ministri, dal gabinetto del sindaco di Araraquara, per discutere di quanto sta succedendo a Brasilia.  Sempre da qui, ha rivolto un discorso pubblico alla nazione, condannando i "fanatici fascisti" che stavano realizzando un'azione mai vista, nemmeno dei momenti più bui della lotta armata che ha funestato la storia del Brasile. Il presidente brasiliano ha inoltre decretato "l'intervento federale" nella sicurezza nel distretto di Brasilia fino al 31 gennaio. Lo ha annunciato lo stesso Lula, nel suo primo intervento dall'inizio dell'assalto dei 'bolsonaristi', assicurando che i responsabili saranno puniti. La sicurezza del distretto federale passerà dunque sotto il controllo del governo e sarà tolto alla responsabilità del governatore. Lula ha promesso che i responsabili saranno identificati e puniti, anche se ha sottolineato l'assenza di intervento da parte della polizia militare, che secondo molti osservatori sarebbe rimasta vicina a Bolsonaro. 

Brasile: il segnale di tensione già nel pomeriggio

Ibaneis Rocha, governatore del Distretto federale di Brasilia, nel pomeriggio di oggi, domenica 8 gennaio, avevadisposto l'esonero del suo ministro della Sicurezza, Anderson Torres, considerato tra gli esponenti più vicini a Jair Bolsonaro e ritenuto da vari leader politici tra i responsabili del caos scoppiato in serata. Secondo il quotidiano Estadão, Torres - come Bolsonaro - si trova adesso in Florida.

Brasile: i governatori statali mettono le forze militari a disposizione di Lula

I governatori degli Stati brasiliani hanno subito messo le forze militari statali a disposizione del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, nel caso in cui siano necessarie contro i manifestanti che hanno assaltato il parlamento, la sede della presidenza e la Corte suprema. In una nota, il Forum nazionale dei governatori chiede di mettere fine "a questo assurdo movimento e l'adozione di misure forti contro gli estremisti e coloro che hanno permesso, per negligenza o convenienza, una tale situazione, nonché la punizione dei responsabili".

Brasile: le reazioni della politica internazionale

La mia assoluta condanna dell'assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, eletto democraticamente da milioni di brasiliani attraverso elezioni libere e corrette". commenta il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Macron afferma che "la volontà del popolo brasiliano e delle istituzioni democratiche deve essere rispettata" che Lula "può contare sull'appoggio incrollabile della Francia". Durissimo anche il commento degli Stati Uniti, per i quali "è in corso un attacco alla democrazia". "Condanniamo fermamente gli attacchi alle istituzioni del potere esecutivo, legislativo e giudiziario a Brasilia, che non hanno giustificazione", ha aggiunto l'incaricato d'affari dell'ambasciata americana a Brasilia, Douglas Koneff.

Brasile: le reazioni della politica italiana

“I sostenitori di Bolsonaro attaccano il Parlamento è il Palazzo presidenziale. Tutti in piazza domani per Lula e per la democrazia, davanti all’ambasciata del Brasile!”, dice il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo Elly Schlein in Brasile c'è un "attacco gravissimo al cuore della democrazia in un paese che si è espresso con libere elezioni di recente", ha detto a "In Onda" la candidata alla segreteria del Pd, ospite di Luca Telese e Marianna Aprile. 

Le immagini dei bolsonaristi all'attacco alle sedi delle istituzioni "riportano alla mente Capitol Hill - aggiunge Schlein - clamoroso si vada ad attaccare con violenza le istituzioni democratiche di quel paese. Ci deve preoccupare tutti. Trovo inaccettabile che Jair Bolsonaro non abbia preso ancora le distanze".

"Credo che le nostre democrazie siano fragili ma non possiamo accettare che forze che si pongono fuori dall'arco costituzionali prevalgano. Mi appello a tutte le forze politiche, si esprimano con nettezza su quello che sta accadendo", l'invito di Schlein. "Credo sia passaggio necessario - sottolinea -  mi auguro che questa internazionale di nazionalisti (Orban o Salvini o Meloni, i nomi citati dall'intervistatore, ndr.) si sfaldi e ci sia una ferma opposizione anche delle forze politiche a me più distanti. Rispettiamo le istituzioni democratiche, perché se viene meno questo presupposto non è possibile per nessuno esercitare funzioni di governo". 

Da più parti, con particolare insistenza dal centrosinistra, si invita il governo Meloni a condannare l'attacco in corso in Brasile.


 

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