Guerra, le armi donate dall'Europa a Kiev sono finite nelle mani delle mafie

I traffici legali stanno alimentando circuiti clandestini: un buco nero che si allarga sempre di più: coinvolti anche Svezia e Paesi Bassi

Esteri

Guerra, le armi donate sparite. Gestite dalle mafie dell'Est

La guerra in Ucraina continua senza sosta da ormai 10 mesi. Timidi segnali di pace arrivano dal G20 di Bali, dove per la prima volta Zelensky parla e viene ascoltato dal ministro degli Esteri russo Lavrov, ma la trattativa vera e propria per far cessare il conflitto non è ancora iniziata. Quella in corso - si legge su Avvenire - è una tremenda guerra, dagli esiti drammatici per tutti, anche per l’area Schengen per la libera circolazione nell’Unione Europea. I servizi segreti occidentali stanno piano piano smarrendo le tracce del diluvio di armi che gli alleati riversano da tempo in Ucraina. Protetti da voti governativi e parlamentari, i traffici legali stanno purtroppo alimentando circuiti clandestini: un buco nero gestito dalle mafie ucraine, con la complicità di trafficanti transnistriani, moldavi e romeni. Jurgen Stock, direttore generale d’Interpol, non aveva sbagliato, mesi addietro.

"L’enorme disponibilità di armi in Ucraina – aveva detto – si ripercuoterà sulla proliferazione di traffici illeciti a guerra finita". Stock - prosegue Avvenire - non ci aveva preso solo sui tempi, perché l’Ufficio nazionale d’inchiesta finlandese ha già intercettato carichi provenienti dall’Ucraina e destinati a criminali finlandesi. A gestire i traffici sarebbero gruppi come Bandidos MC, che innervano molte metropoli ucraine. Il problema sta assumendo proporzioni inedite, perché sarebbero coinvolti pure Svezia, Danimarca e Paesi Bassi, raggiunti via terra e via mare dai mercanti di morte.

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