Morto di tumore Daniel Ellsberg, l’uomo che fermò la guerra in Vietnam
Ellsberg mise nelle mani dei giornali e del movimento per la pace uno studio top-secret che mostrava i veri interessi USA nella guerra in Vietnam
Perseguitato seppe aprire una voragine nell’opinione pubblica USA. Ha spiegato perchè essere contrari alla guerra in Ucraina, un altro eccidio disumano e fallimentare. Fino alle fine si è battuto per il cambiamento
Un uomo contro il sistema. Ci ha lasciati Daniel Ellsberg, il geniale economista e analista militare che riuscì a far esplodere la scintilla di una generazione, mettendo fine alla guerra americana in Vietnam. Fu lui a passare i famosi Pentagon Papers al New York Times e al Washington Post, uno studio top-secret del Pentagono sul processo decisionale del governo in Vietnam, mostrando le bugie che stavano raccontando agli americani su una guerra disumana e fallimentare.
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Per la sua azione venne incriminato per spionaggio, per aver complottato ai danni degli Stati Uniti, e perseguitato dal governo Nixon. Divenne un attivista per la pace. Henry Kissinger lo definì "l'uomo più pericoloso d'America”. Una parte della sua storia è raccontata nel bellissimo film The Post di Steven Spielberg. Nel 2018 ha ricevuto l'Olof Palme Prize per il suo "profondo umanesimo e l'eccezionale coraggio morale".
E’ morto all’età di 92 anni. A marzo, Ellsberg ha pubblicato sulla sua pagina Facebook che i medici gli avevano diagnosticato un cancro al pancreas non operabile. La famiglia Ellsberg ha affermato che nei mesi successivi alla diagnosi "ha continuato a parlare con urgenza ai media dei pericoli nucleari, in particolare del pericolo di una guerra nucleare rappresentata dalla guerra in Ucraina e Taiwan". Si era opposto alla guerra in Iraq e al sostegno militare USA all’attuale guerra in Ucraina chiedendosi: “A chi giova?". E aggiungendo: "Dopotutto non siamo una nazione europea e non abbiamo un ruolo particolare nell'Unione Europea. Questo fatto ci offre una scusa e un motivo per vendere fin d'ora enormi quantità di armi alle nazioni dell'ex Patto di Varsavia". Ha spiegato che "la Russia è un nemico indispensabile" e che "una guerra fallita è redditizia tanto quanto una vincente".
Ancora a marzo ha scritto sulla sulla sua pagina Facebook: “Tutti i giovani attivisti che si stanno sollevando mi danno speranza mentre lascio la mia vita. Come ha dimostrato il movimento contro la guerra del Vietnam, i giovani possono salvare vite quando mettono lo loro conoscenza in azione. Continuate. Il mondo è nelle vostre mani”.