Delivery, non solo cibo: a domicilio arrivano anche colonie di 200 batteri
L'analisi effettuata sugli zaini dei rider su richiesta del Gambero Rosso fa emergere quanto l'igiene passi in secondo piano nei servizi di food delivery
Food delivery, sugli zaini dei rider viaggiano anche colonie di 200 batteri: l'allarme lanciato sulla sicurezza alimentare
"Chi mangerebbe del cibo sapendo che è stato trasportato in un cubo che ospita più di 200 colonie di batteri?". Questa è la domanda che si pone il Gambero Rosso, l'autorevole rivista di enogastronomia, dopo l'esito delle analisi commissionate al Laboratorio SiLa (specializzato in analisi microbiologiche alimentari) su uno zaino termico usato dai rider per il trasporto del cibo a domicilio, appartenente a Glovo, una delle principali aziende che si occupano di food delivery.
Sul fondo e sulle pareti laterali del box sono state trovate più di 200 colonie di batteri. Per avere un'idea di quanto fosse sporco - sebbene alla vista e all'olfatto sembrasse pulito - basta pensare che è il triplo di quelle che possono essere trovate sul pavimento di un ristorante quando durante un controllo sanitario verrebbe bocciato dai Nas perché troppo sporco. Così la rivista lancia l'allarme con la copertina del mensile di luglio, in edicola dal 28 giugno prossimo.
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"C'è un clamoroso buco nella filiera del delivery: riguarda la sicurezza alimentare e l'igiene dei contenitori dove viene riposto il cibo durante il trasporto. Le norme ci sono e anche stringenti, purtroppo però le aziende di fatto non le rispettano", spiega il Gambero Rosso. Non sempre, infatti, il cibo preparato dal ristorante dopo l'ordinazione viene confezionato con un packaging ermetico, e spesso le pietanze entrano in contatto diretto con il box. Succede più spesso di quanto si pensi. Basti pensare alle pizze, per esempio, con i cartoni che vengono depositati direttamente sul fondo del borsone e non sempre sono ben sigillati. Inoltre, c'è anche il rischio di "inquinamento" degli alimenti che si accresce ulteriormente con la mancanza di pulizia del contenitore nei casi di consegna di generi diversi dal food, come cosmetici, fiori, farmaci o sex toys.
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Per legge, i rider sono obbligati a seguire un corso di formazione su igiene e sicurezza alimentare, ma mancano i controlli da parte delle autorità competenti, oltre che una formazione completa del personale sulle regole di igiene e sicurezza degli alimenti, a livello nazionale ed europeo. Così la responsabilità ricade sul singolo rider che, già affaticato e sottopagato, deve anche preoccuparsi di pulire accuratamente la sua sacca, operazione che richiede peraltro tempo e particolare precisione. "Un macroscopico e scandaloso scarico di responsabilità unidirezionale, dall'alto verso il basso. Anzi dall'altissimo al bassissimo", scrive la rivista. E a pagarne le conseguenze, infine, sono i consumatori che devono convivere con l'incertezza di aver ricevuto un prodotto sicuro e lontano da ogni rischio di contaminazione.