"Lacrime e sangue". L’intervista di Lucrezia Romussi a Lucrezia Lerro

Una scrittura visionaria e attenta ai temi attuali e una pittrice che cerca l'amore. Lucrezia Romussi intervista l'autrice de "Gli uomini fanno piangere"

di Lucrezia Romussi
Libri & Editori

"Lacrime e sangue". L’intervista di Lucrezia Romussi a Lucrezia Lerro, l'autrice del romanzo "Gli uomini che fanno piangere"

Vista la violenza che imperversa, due femminicidi in Italia nel giro di pochissimi giorni, mi sono ripetuta, leggendo il suo ultimo e potente libro, che la sua scrittura è sempre visionaria, già il titolo del nuovo romanzo  racconta al mondo femminile e a quello maschile moltissimo di ciò che accade ai giorni nostri.

"Gli uomini che fanno piangere", un titolo bellissimo e struggente, partiamo da qui Dottoressa Lerro?

Purtroppo la violenza maschile continua a fare vittime, a far piangere, a stravolgere tantissime vite e famiglie, la violenza di alcuni uomini uccide. Gli uomini che fanno piangere del mio libro,  a loro volta, sono violenti con le donne che si "infatuano" di loro, sono uomini incapaci di amare. Uomini guidati dall’istinto di morte e non certo da quello per la vita.

Ci racconta la trama di "Gli uomini che fanno piangere"?

Ornella Morami è una pittrice in cerca dell’amore. Un giorno, seguendo il consiglio del suo psicoanalista, decide di cominciare a prendere lezioni private di francese: nel corso del primo incontro, l'insegnante le parla del suo sentimento non corrisposto per il cardiologo Amedeo Finori, un uomo di successo, sposato con tre figli. Il modo con cui lo descrive fa scattare in Ornella il desiderio di conoscerlo e conquistarlo. In un certo senso ci riesce, ma ben presto scopre che il medico è una persona egocentrica, narcisista, che tiene Ornella appesa ai suoi umori del momento. E lei, di conseguenza, alterna periodi di esaltazione ad altri in cui si chiude in casa, sconfitta e svuotata, consapevole di essersi cacciata in una situazione che le provoca disagio e le sta sempre più stretta. Finché scopre che Amedeo si è finalmente deciso a lasciare la moglie, ma per un'altra donna. La storia si svolge a Milano.


Da cosa deriva l'ispirazione per il suo ultimo libro?

Dalla complessità dei sentimenti umani, dall’osservazione quotidiana della realtà, come dicevo all’inizio: la violenza di alcuni uomini uccide, psicologicamente, fisicamente.

Il femmicidio?

È un inferno, e non svanisce, purtroppo. Bisogna lottare per proteggere le donne, la strada è impervia ma dobbiamo percorrerla tutte e tutti.

La libertà è al varco? C'è qualcosa di autobiografico nel racconto?

No. Lungi da me mescolare la mia vita con quella dei personaggi che racconto. Anche se ad alcuni lettori piace pensarlo o fantasticarlo. Amo l’invenzione, anche se parto, come le dicevo prima, dall’osservazione di ciò che mi accade intorno. Ascolto molto i dialoghi della gente per strada, sui mezzi pubblici, persino alla fermata del tram. Catturo le voci, le memorizzo.
 

Che personaggio è Ornella Morami?

Una donna che cerca uno spazio nel mondo, vuole essere autonoma, differente dal personaggio maschile che descrive e che tanta tribolazione le procura. È una donna che vuole vivere fino in fondo la vita e colorarla con la tavolozza dei colori, non a caso è una pittrice.
 

L'amore infelice che racconta nel libro è una forma di violenza sulle donne, cosa si sente di esprimere a riguardo?

Le donne coinvolte in amori infelici dovrebbero un po’ alla volta comprendere che l’amore è gioia, bellezza, condivisione. I maltrattamenti sono sempre prove di disamore non di amore. Vale sia per le donne che li subiscono, che per gli uomini.

La psicoanalisi aiuta ad affrontare il dolore?
 

Assolutamente si. Ornella infatti corre tutte le settimane dallo psicoanalista, che è la vera guida, che l’accompagna nella scoperta di se stessa. È l’uomo che contiene le sue lacrime, non le porge soltanto i fazzoletti, ma l’aiuta a trasformare il dolore che l’assilla. Il groviglio esistenziale man mano si scioglierà.
 

I suoi progetti letterari futuri?

Per adesso leggo, dei libri bellissimi, prevalentemente saggi. Scrivere è faticoso, richiede tante energie e una devozione assoluta. E una pazienza assoluta.
 

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