Quali sono i sintomi dell'ernia iatale e come si cura?
L'ernia iatale è una patologia comune del sistema digestivo che coinvolge il tratto gastroesofageo. Si verifica quando la parte superiore dello stomaco si sposta attraverso un'apertura chiamata iato esofageo, fino a sporgersi nel torace. Questa condizione può causare una serie di sintomi fastidiosi e influenzare la qualità della vita delle persone che ne sono affette.
Patologia piuttosto diffusa (colpisce in media il 15% degli italiani), può dividersi in tre diverse tipologie: ernia da scivolamento, da rotazione e mista. La prima tipologia è la più diffusa, soprattutto tra le persone che soffrono di obesità. In questo tipo di ernia, la parte superiore dello stomaco si sposta attraverso lo iato esofageo e si posiziona nella cavità toracica accanto all'esofago. Questo spostamento può verificarsi quando il diaframma si indebolisce o quando vi è un aumento della pressione addominale.
Il secondo tipo è meno comune, ma può essere più grave rispetto al precedente. Nell'ernia iatale paraesofagea, la parte superiore dello stomaco rimane nella sua posizione normale, ma una porzione dell'altro tessuto dello stomaco, come il fondo gastrico o l'intestino, si sporge attraverso lo iato esofageo e si colloca accanto all'esofago. Il rischio principale associato a questo tipo di ernia iatale è la possibilità di occlusione o di strangolamento dell'ernia, che può causare sintomi più gravi come dolore addominale intenso e disturbi di digestione. Il terzo tipo, quello misto, presenta invece caratteristiche sia di quella da scivolamento che da rotazione.
Una stabilite le differenze tra le tre tipologie di ernia iatale esistenti, è necessario scoprire quali siano i sintomi e le cause ad esse collegate, e stabilire infine quale sia il trattamento da adottare.
Ernia iatale: sintomi e cause
Le cause che possono portare alla formazione di un’ernia iatale non sono molto chiare e possono dipendere da alcuni fattori tra loro diversi. Possono contribuire a questa condizione patologica una certa debolezza del muscolo diaframmatico, l’aumento della pressione addominale, traumi o lesioni all’altezza dell’addome ma anche semplicemente l’età. L’ernia iatale è infatti più comune nelle persone anziane, dal momento che i muscoli del diaframma tendono ad indebolirsi con il passare del tempo. Inoltre, l’ernia iatale può essere anche congenita, dal momento che la debolezza dello iato esofageo può essere presente fin dalla nascita. Non va poi dimenticato che a causare l’aumento della pressione addominale, e quindi il rischio di ernia iatale, sono anche condizioni come lo stato di gravidanza o una forte obesità.
Per quanto riguarda i sintomi, possono ovviamente variare da lievi, a volte addirittura impercettibili, a gravi (in alcuni casi anche molto gravi) a seconda della tipologia di ernia iatale con cui si ha a che fare. In linea di massima, è necessario tenere sotto controllo i seguenti segnali:
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Bruciore di stomaco (o pirosi). Si tratta di uno dei sintomi più comuni e si manifesta attraverso una sensazione di bruciore o di dolore all’altezza della parte superiore dell’addome. In alcuni casi può irradiarsi verso l’alto fino alla gola.
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Rigurgito acido, quando il contenuto dello stomaco risale nell’esofago e viene avvertito attraverso il rigurgito di un liquido acido o amaro in bocca.
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Difficoltà di deglutizione. In certi casi l’ernia iatale può causare una sensazione di blocco o di disagio durante la deglutizione di determinati alimenti. Un problema noto solitamente come disfagia.
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Dolore all’altezza del torace, spesso assimilabile per intensità a quello collegato con l’angina o l’infarto. Proprio per questo motivo, questo sintomo può essere confuso con alcuni collegati a problemi di natura cardiaca e deve essere valutato in maniera adeguata da un medico.
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Reflusso gastroesofageo, fenomeno attraverso il quale il contenuto dello stomaco, compresi acidi e succhi digestivi, risale nell’esofago e può determinare ulteriori sintomi come bruciore di stomaco, rigurgito acido e irritazione dell’esofago.
Altri sintomi comuni che potrebbero essere collegati all’ernia iatale sono poi problemi di alitosi, salivazione intensa, raucedine, sensazione di gonfiore e pesantezza, con conseguenti eruttazioni frequenti, nausea.
Ernia iatale: cura e rimedi
Il trattamento dell'ernia iatale dipende dalla gravità dei sintomi, dalla presenza di complicazioni e dalle preferenze del paziente. In generale, salvo casi estremamente gravi, è necessario optare per la prevenzione e per un’eventuale cura attraverso semplici modifiche del proprio stile di vita. In tal senso, può diventare necessario:
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ridurre il consumo di alimenti che possono provocare reflusso acido, come cibo piccante, grassi, cioccolato, agrumi e bevande gassate;
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evitare pasti abbondanti e cercare di consumare pasti piccoli ma frequenti;
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evitare di mettersi a letto subito dopo mangiato (meglio aspettare almeno due ore prima di coricarsi);
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alzare il proprio letto o utilizzare cuscini che permettano di dormire tenendo sollevata la parte superiore del corpo;
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smettere di fumare e aumentare la propria idratazione bevendo frequentemente;
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evitare di indossare abiti che vadano a stringere l’addome esercitando troppa pressione.
Qualora questo primo approccio non dovesse funzionare, può essere consigliabile utilizzare una terapia di tipo farmaceutico. In particolare, sono utili farmaci antiacidi, che possono neutralizzare l’acidità e ridurre il bruciore di stomaco. Allo stesso modo, aiutano a tenere a bada i sintomi anche gli inibitori della pompa protonica e i procinetici, farmaci che promuovono il movimento degli alimenti attraverso lo stomaco e l’esofago, riducendo il rigurgito.
Per l’ernia iatale la cura farmaceutica può rivelarsi però in determinati casi poco utile. In alcuni casi, molto gravi, è necessario infatti ricorrere all’intervento chirurgico, unico rimedio concreto, essendo l’ernia una malattia anatomica. Tale soluzione va considerata solo se i sintomi non migliorano attraverso i precedenti rimedi o in presenza di complicazioni gravi, come emorragie, occlusione o stenosi.
L’intervento può coinvolgere il riposizionamento dello stomaco nella cavità addominale, la riparazione del diaframma o la creazione di un ancoraggio che prevenga lo scivolamento dell’ernia. Può essere effettuato anche utilizzando la chirurgia laparoscopica, che permette di agire sulla zona dell’addome attraverso piccoli tagli necessari solo per inserire gli strumenti chirurgici.
Ad ogni modo è importante consultare un medico specialista, come un gastroenterologo o un chirurgo, per una valutazione accurata e una discussione sulle migliori opzioni di trattamento in base alla propria situazione individuale.