Caso mascherine, i giudici confermano: Irene Pivetti non va arrestata

Inammissibile il ricorso della Procura di Busto contro l'ordinanza del gip che aveva respinto la richiesta dei pm di applicazione dei domiciliari

a cura della redazione
Irene Pivetti
Milano

Caso mascherine, i giudici confermano: Irene Pivetti non va arrestata

Il Tribunale del Riesame di Mliano  ha dichiarato "inammissibile" il ricorso della Procura di Busto Arsizio contro l'ordinanza del gip che aveva respinto la richiesta dei pm di applicazione della misura cautelare dei domiciliari per l'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, per il cosiddetto 'caso mascherine'. A distanza di oltre due mesi dall'udienza di discussione del ricorso della Procura, che si era tenuta il 22 marzo, i giudici (presidente del collegio Luisa Savoia) hanno depositato giovedì 8 giugno il loro provvedimento con cui hanno dichiarato, come chiarito dal legale di Pivetti, l'avvocato Filippo Cocco, la competenza "ad indagare della Procura della Repubblica di Roma".  Lo riferisce Ansa.

Il giudice dell'ex presidente della Camera: "I domiciliari sarebbero stati una misura profondamente ingiusta"

"Sono molto soddisfatto del provvedimento, sarebbe stata una misura cautelare profondamente ingiusta ed a distanza di diversi anni dai fatti contestati. Siamo anche noi convinti che eventualmente il processo si debba fare a Roma", ha aggiunto l'avvocato Cocco. Nell'inchiesta l'ex presidente della Camera è stata accusata di frode nell'esercizio del commercio e frode in pubbliche forniture: attraverso la Only Italia, secondo l'accusa, durante la prima ondata di Covid, avrebbe importato dalla Cina 15 milioni di mascherine ritenute non conformi e destinate alla Protezione Civile per 30 milioni di euro. Un caso che nel 2020 aveva dato il via ad una indagine, prima scattata a Roma, poi passata per Milano e approdata infine nella cittadina in provincia di Varese. Per il Riesame, ora, l'inchiesta deve tornare a Roma.

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