Le bevande analcoliche? Per gli italiani sinonimo di tradizione e identità

L'assemblea annuale di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta un comparto del valore di 5 miliardi di euro

di Alessia Liparoti
Da sinistra: Alessandra Ghisleri, Euromedia Research, David Dabiankov, dg ASSOBIBE, GIangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE
Milano

Le bevande analcoliche? Per gli italiani sinonimo di tradizione e identità

È un comparto dal valore di mercato di 5 miliardi di euro, pari allo 0,29% del Pil, presente con 100 stabilimenti sul territorio italiano, per un totale di 84 mila addetti. Parliamo del settore delle bevande analcoliche, che oltre ai numeri, rappresenta un’industria che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione italiane, piena espressione del Made in Italy, fortemente connessa al territorio e ai suoi sapori e profumi, creando occupazione e indotto anche in una congiuntura non facile, come quella attuale.

È questa la fotografia di un settore, quello dei soft drink, emerso in occasione dell’Assemblea annuale di ASSOBIBE, Associazione di Confindustria che rappresenta il comparto in Italia, dal titolo “Socialità, gusto e tradizione Made in Italy nel mondo: Il valore delle bevande analcoliche”.

L’appuntamento, che si è tenuto questa mattina nella sede di Assolombarda a Milano, ha visto la presentazione della ricerca “Bevande analcoliche: immagine, valore, tradizione e significato” realizzata da Euromedia Research per ASSOBIBE. Intervenuti il sottosegretario al MEF, Federico Freni, e il Ministro MASAF, Francesco Lollobrigida.

Pierini (ASSOBIBE): “Il comparto vale 5 mld, ma per investire servono le giuste condizioni”

In questa video-intervista di Affaritaliani.it Milano il Presidente di ASSOBIBE, Giangiacomo Pierini ha ricordato il valore, economico e sociale, dell’industria. “Ogni euro di valore prodotto dalle imprese del comparto genera 5,4 euro lungo la filiera e per ciascun lavoratore nelle aziende di produzione si generano 14 posti di lavoro indiretti (3 a monte e 11 a valle). Un comparto fortemente radicato nel territorio, che esporta per un valore complessivo di 421 mln di euro” ha spiegato Pierini che ha proseguito: “Le nostre imprese portano lavoro e crescita al territorio e i nostri prodotti rappresentano la tradizione e il gusto Made in Italy nel mondo. Da sempre, siamo con gli italiani nei momenti di festa, di relax, di vacanza; “dissetiamo” la loro voglia di spensieratezza e socialità e per questo dobbiamo essere messi in condizione di guardare avanti, investire e continuare a offrire prodotti che incontrino il gusto dei consumatori, nei quali essi possano ritrovare i loro ricordi e le loro radici, ma in modo sempre nuovo”.

Il riferimento del Presidente di ASSOBIBE è al Nuovo Regolamento Europeo su Imballaggi e Rifiuti da Imballaggi e alla sugar tax che, uniti all’aumento delle materie prime legato allo scoppio della guerra in Ucraina, rischiano di mettere a dura prova il settore. Da qui le richieste al Governo e ai rappresentanti italiani presso la Commissione Europea.

“L’impatto della legislazione europea, imponendo un’omologazione a sistemi dei Paesi del Nord Europa molto distanti dall'Italia – ha aggiunto Pierini – andrebbe a vanificare gli investimenti fatti per raggiungere risultati in termini di raccolta e riciclo che ci rendono un modello in Europa”. A titolo di esempio, per rendere riutilizzabili le bottiglie in plastica, occorrerebbero 18,7 miliardi di euro (di cui 12,5 miliardi di euro di spese di capitale aggiuntive e 6,2 miliardi di euro di spese operative aggiuntive).

Ghisleri (Euromedia): “Le bevande analcoliche? Per gli italiani sono espressione di socialità e tradizione”

Con il rischio di vedere compromessa un’industria che riveste un profondo ruolo sociale e di aggregazione per gli italiani. Lo ha testimoniato in questa video-intervista ad Affaritaliani.it Milano, Alessandra Ghisleri, Direttrice di Euromedia Research, presentando i dati della ricerca condotta per ASSOBIBE secondo la quale oltre il 78% degli italiani riconosce le bevande analcoliche come espressione della tradizione italiana e ritiene che contribuiscano a valorizzare il Made in Italy nel mondo, mentre quasi 9 italiani su 10 ritengono importante la presenza delle imprese del comparto sul territorio per la spinta che danno allo sviluppo dello stesso e perché il settore genera occupazione e indotto. Cole, aranciate, toniche, chinotti, gassose, spume, cedrate, thè freddi, aperitivi analcolici: 8 italiani su 10 le considerano espressione della tradizione italiana, un simbolo del Made in Italy nel Mondo

“Gli italiani sono un popolo conviviale ricco di tradizioni, amante della socialità e dello stare insieme. Proprio in questo contesto, le bevande analcoliche ricoprono un ruolo fondamentale come trait d’union tra le persone e il valore di un ricordo felice - spiega Alessandra Ghisleri, Direttrice di Euromedia Research, presentando i dati della ricerca condotta per ASSOBIBE -. Oltre al semplice aspetto legato al piacere, al gusto e alla freschezza, questo tipo di prodotto è sinonimo di ricordi gioiosi nei periodi più belli della vita. Un simbolo della festa per grandi e piccini. Dalle celebrazioni per i compleanni, alle estati con gli amici, ai pranzi e alle cene in compagnia, le bevande analcoliche ci sono sempre… in un modo o in un altro”.

La ricerca di Euromedia per ASSOBIBE: il rapporto degli italiani con le bibite analcoliche

La ricerca va poi ad analizzare i gusti degli italiani e il loro effettivo rapporto con le bibite analcoliche. La fotografia che ne emerge è quella di un Paese cresciuto a cole, aranciate, toniche, thè freddi, aperitivi analcolici, chinotti e gassose (questi ultimi due, insieme, coprono lo stesso consenso delle cole, rappresentando così la cifra del nostro Paese). Per l'85% degli intervistati la pausa relax e i momenti di festa e convivialità hanno il sapore di una bibita, anche se i consumi si confermano moderati: 8 italiani su 10 consumano 1-2 bicchieri e solo occasionalmente. Oltre 7 italiani su 10 sono soddisfatti dell’offerta sul mercato delle bevande “zero” (es. senza zucchero, caffeina, teina) che, secondo il 64,4% degli intervistati, hanno contribuito ad un consumo maggiormente consapevole rispetto all’apporto calorico.

Ministro Lollobrigida: “Le imprese dei soft drink espressione di sostenibilità e Made in Italy”

“L’analcolico ha e avrà un ruolo nel panorama delle scelte dei cittadini e dei ragazzi e le sue caratteristiche vanno apprezzate e non demonizzate - ha dichiarato a questo proposito il Ministro MASAF, Francesco Lollobrigida nel suo intervento -, anche per questo voglio ribadire l’importanza di investire nell’educazione dei giovani che vanno formati a un consumo adeguato e moderato di qualsiasi cosa. Quanto fatto dalle imprese del comparto per evitare la pressione pubblicitaria sui più piccoli e nelle scuole e l’astensione dalle attività di marketing nei canali diretti ai bambini implementata dal 2006 con il codice di autoregolamentazione ASSOBIBE vanno nella direzione giusta. Oggi sempre più imprese del settore si dedicano alla ricerca e allo sviluppo di prodotti nuovi e di qualità, utilizzando ingredienti locali e sostenibili. Una strada che può far bene in un’ottica di promozione delle nostre eccellenze in tutto il mondo”.

Sugar tax e inflazione: i rischi per il settore

Ma quello delle bevande analcoliche è anche un settore che ha attraversato negli anni una “tempesta perfetta”, com’è stata definita, e che continua a guardare al futuro con non poche incertezze.

I costi delle materie prime elevati (si pensi solo all’impennata di zucchero, +50%); i mercati che, dopo una ripresa nel 2022, soffrono lo scenario economico instabile con flessione di piazze importanti; le imprese che si trovano a fare i conti con un’inflazione mai così alta dagli anni ‘90 e che non è possibile prevedere come evolverà. Tutto ciò si riflette inevitabilmente sui prezzi al consumo, anche se il comparto ha cercato di limitare gli aumenti, e sui volumi di vendita, come dimostra la frenata dei consumi registrata nella prima parte dell’anno (-7%). In questo contesto di incertezze, si allunga l’ombra della sugar tax, che se entrasse in vigore nel 2024 drenerebbe oltre il 10% del fatturato in nuove tasse.

Freni (MEF): “Il settore ha già fatto grandi sforzi. ASSOBIBE attore importantissimo”

“È raro trovare un mercato da 5 mld di euro all’anno che si impegna a ridurre una componente strutturale del suo prodotto, com’è lo zucchero per le bibite, del 40% in dieci anni - ha dichiarato il Sottosegretario al MEF Federico Freni nel suo intervento -. ASSOBIBE è un attore importantissimo della dinamica del nostro Paese e l’impegno per ridurre gli zuccheri ci fa dire con sincerità che ogni ipotesi di leva fiscale stabile rispetto a questo tema non è all’ordine del giorno. Il confronto virtuoso che c’è stato e continuare a esserci con gli interlocutori istituzionali al Ministero della Salute ha dato ottimi frutti. La fiscalità non è il giusto strumento per ottenere grandi risultati, soprattutto quando la filiera industriale, come in questo caso, è reattiva e operativa rispetto a sollecitazioni del legislatore e del mercato”.

Le richieste di ASSOBIBE al Governo

A commento dell’impegno, ribadito dal Ministro Lollobrigida, a sostenere i settori che producono e investono in Italia, senza misure vessatorie e ambiguità ideologiche, il Presidente di ASSOBIBE ha chiosato: “Abbiamo accolto con favore alcuni interventi fondamentali del Governo, dal rinvio dell’entrata in vigore della sugar tax alle misure per frenare la corsa dei costi di carburanti ed energetici per esempio, ma si tratta di soluzioni temporanee. Per guardare al futuro e continuare a crescere e far crescere l’economia confidiamo in politiche che assicurino una crescita costante: cancellare le nuove tasse all’orizzonte, continuare a sostenere cittadini e imprese sui costi energetici; sostenere la crescita di cui il Paese ha bisogno, anche con interventi di defiscalizzazione sul costo del lavoro a favore dei lavoratori; adottare misure ambientali solo se basate su evidenze scientifiche volte a ridurre l’impatto della CO2. Dobbiamo fare in modo che i consumatori possano guardare con meno difficoltà al loro potere acquisto e tornare a costruire il futuro con fiducia”.

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