Lombardia 2023, che fine hanno fatto i cattolici democratici?

Scarsa la presenza di esponenti del mondo cattolico nelle liste a sostegno di Majorino. Una attenzione che potrebbe riattivarsi quando sarà troppo tardi

Di Pier Vito Antoniazzi
Pier Vito Antoniazzi
Milano

Lombardia 2023, che fine hanno fatto i cattolici democratici?

La minaccia espressa da Pierluigi Castagnetti del possibile abbandono della componente cattolica del PD, in caso di uno stravolgimento della sua Carta dei Valori, ha avuto un’ampia diffusione mediatica.

Ma quale è lo stato della presenza dei cattolici democratici ora che le liste elettorali per la Regione Lombardia sono state presentate?

Finiti i tempi di Martinazzoli candidato presidente, ma anche quelli di Pizzul (ex presidente di Azione Cattolica) capolista, per trovare un cattolico nella lista PD a Milano dobbiamo andare al n. 10 di Paolo Cova (dell’area Danuvola-Granelli-Osculati-Pizzul-Pedroni).

Non va meglio nella lista Maiorino che doveva essere un contenitore per moderati di sinistra (e non lo è), non doveva essere una lista del Presidente (e lo è) e tra Sentinelli, Possibile e Radicali non vede ombra di un cattolico democratico se non la giovane Serena Masi indicata come Demos.

Per trovare un esponente di rilievo delle Acli bisogna andare a Francesco Pasquali nel collegio di Monza.

Lombardia, l'attenzione della Moratti al mondo cattolico

Forse più attenzione ha avuto la Moratti che ripete spesso che il suo riferimento è la “dottrina sociale della chiesa” e che ha accolto nella propria lista civica sia esponenti di Demos (il manager Francesco Benvenuto e la vicepresidente di Municipio 5 Elisabetta Genovese) sia il gruppo Insieme, fondato da Stefano Zamagni.Anche la parte più aperta a sinistra dei ciellini sostiene il giovane Filippo Campiotti nel terzo polo, mentre gli altri si dividono tra Lupi/Cattaneo ed il tentativo di spostamento verso Fratelli d’Italia con la candidatura di Matteo Forte.

Il Pd e il confronto (tardivo) con la cultura cattolica democratica

I conti veri si faranno dopo il voto ma le prospettive non paiono confortanti.

Mentre si spera che Maiorino recuperi consensi dal non voto e dalla sinistra radicale e che Moratti tolga consensi alla Lega, a Forza Italia e raccolga una sinistra moderata, al fine di far scendere Fontana dal 50,5% del 25 settembre a sotto il 40% (questo si sarebbe un vero successo politico), tutti sono impegnati in campagne elettorali, inevitabilmente personali o di corrente, sulle preferenze.

Non si vedono molto le prospettive politiche generali, anche se tra un mese è evidente che lo scenario politico sarà diverso ed il pd e la sinistra forse il tema del rapporto con una cultura rilevante come quella cattolico democratica che sempre si è intrecciata/confrontata con la storia della sinistra italiana se lo dovrà porre con urgenza…ma forse sarà un po' tardi…

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