Alluvione, Bonaccini ko. Mezza protezione civile in ufficio non sul territorio
"Mezza protezione civile in ufficio e non sul territorio". Alluvione, tutte le colpe della Regione Emilia Romagna. Con Schlein spieghi cosa ha fatto
Dopo le alluvioni disastrose dell’Emilia Romagna, i morti e i senza tetto Paolo Zanca, vecchio socialista iscritto ad Azione con una lunga carriera alle spalle, da fine conoscitore della macchina amministrativa locale, dopo anni di silenzio ha deciso si parlare con Affaritaliani: "Dal 2015 al 2023 quanti interventi di messa in sicurezza del territorio sono stati fatti?"
“Dove è il report delle cose realizzate da Bonaccini e Schlein per contenere le alluvioni? Qua tutti parlano ma nessuno chiede il report. Come mai? Va chiesto per rispetto a chi è morto e a chi ha perso tutto. Ma lo sa come funziona la Protezione civile dell’Emilia Romagna?
Come funziona?
“E’ una macchina da ringraziare, come tutti i vari corpi di polizia intervenuti e tutti i volontari, ma la Regione ha da anni spostato tutta la messa in sicurezza del territorio sulla propria Protezione civile regionale”
Ma non interviene solo per le emergenze?
“No, dalla Regione volevano creare, dicono loro, una pratica innovativa perché l'intervento nelle emergenze deve coniugarsi con la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio. Benissimo. La domanda che mi sento di fare è: dal 2015 al 2023 quanti interventi di messa in sicurezza del territorio sono stati fatti? Vogliamo in numeri, dove e come sono stati fatti. Si può fare questa domanda? Perché c’è un particolare non trascurabile”
Quale?
“Per legge, il bilancio della Protezione civile dell’Emilia Romagna viene redatto dal dirigente della Protezione civile con una determina, poi passa in prima commissione assembleare per un parere che non è vincolante, dopodiché viene approvato dalla giunta regionale ma non passa mai in Consiglio regionale”
Quindi nessuno conosce il dettaglio degli interventi e delle spese?
“Le chiedo perché in Consiglio regionale non passano”
Paolo Zanca
Ma come è possibile?
“A me interessano le cose pratiche non l’ideologia. Da quando la politica è diventato tifo da stadio per gli ultrà le cose pratiche scompaiono, che fare con i problemi e quali soluzioni. C’è solo il ‘io tifo per questo, io sto con la Schlein, tu stai con Giuseppina’. E’ la mela marcia del populismo italiano che ora si condisce di cambiamento climatico. Ma che interventi sono stati fatti e quali, finora? Si può sapere? Non mi interessano le religioni”
Eppure l'apparato burocratico di enti come la Protezione civile dell’Emilia Romagna esiste ed è imponente o no?
Ha visto quanto addetti ha la Protezione civile di Bonaccini?
Sì…
“I volontari sono migliaia ma sono 500 quelli dell'agenzia regionale e ha visto quanti di questi 500 sono apparato amministrativo?”
Sono quindi negli uffici ...
“Quasi il 50%. E che vuol dire?”
Che circa 250 persone dovrebbero controllare ogni rivolo dell’Emilia Romagna...
“E vuol dire anche che se ho un bilancio di 100, faccio un'ipotesi, 50 li devo spendere per mantenere in vita il mio ente. Vuol dire che ogni volta che investo un euro ne spendo due per investirlo. È una follia”
Direi totale
“Scrivono che da quando hanno fatto la riforma del 2015 hanno assunto 80 persone di qua, 50 di là e sono arrivati praticamente a 500 addetti ma 240 sono amministrativi”
Di chi è la scelta?
“Di chi è? Hanno ritenuto che questo è il modo più efficace. Il mio vuole essere un ragionamento costruttivo. Ma visto il disastro queste domande vanno fatte. E’ questo il modo più costruttivo?”
A noi risulta che su 159 milioni di bilancio che la Protezione civile doveva utilizzare per interventi alla fine ne sono stati utilizzati 11,6 per la difesa del suolo. E’ corretto?
“Questo è quello che compare dalle carte. Per questo chiedo chiarezza al presidente della Regione Bonaccini. Le carte possono essere anche interpretate male ma secondo me qualcuno deve rispondere e dirci anche degli anni precedenti che scompaiono”
Cioè?
"Il piano di manutenzione del territorio della regione 2022-2024, 378 pagine, contiene di tutto salvo il resoconto di quello che e' stato realizzato negli anni precedenti"
Dopo il passaggio delle competenze dall'Anas agli enti locali quelle competenze sono state assorbite dai nuovi uffici, per il controllo del territorio?
“Molte regioni avevano passato queste competenze alle province ma le province come sappiamo grazie a un meraviglioso intervento riformatore del maestro dei riformatori italiani, cioè Matteo Renzi, come noto sono state abolite, e quindi sono tornare alle regioni”
Lei è ironico…
“No assolutamente. L'uomo che, in pochi anni, passa dal 42% a percentuali ridicole e che ogni volta che qualcuno fa qualcosa, dice ‘ma il mio governo lo aveva già fatta di qua e di là” è un esempio per tutti. Tra le cose di cui si dovrebbe vantare è come ha affrontato la tematica delle province che sono state distrutte, tanto è vero che oggi si pensa di rifarle. Questo passaggio di deleghe è stato devastante. Prima c'erano i cantonieri provinciale che almeno facevano attività di sorveglianza, i cantonieri dell’Anas che facevano sorveglianza e avvertivano sulle zone a rischio”
In generale avere un’idea politica, più o meno legittima o interessante, non vuol dire saper fare politica… ci sta dicendo questo?
“Con me sfonda una porta aperta. Il mio vecchio professore di storia medievale mi spiegava che nel 500 il Po è esondato 12 volte, come esondavano il Tevere e l’Arno. Sono eventi che si sono ripetuti nella storia ambientale climatica molte volte. Ora vediamo errori di cementificazione del suolo e di costruzione sugli alvei dei fiumi, mancanza di manutanzione del territorio. C’è una variazione di carattere climatico, certo. Ma anche il climatologo Franco Prodi, fratello di Romano, propone un punto di vista diverso di leggere il rapporto tra cambiamento climatico e impatto delle attività umane. Considerare l’uomo come responsabile dei cambiamenti climatici è scientificamente infondato, non ci sono prove, anche perché le nostre conoscenze sul sistema metereologico e climatico sono veramente limitate a poco tempo. Abbiamo sequenza di studi sul cambiamento climatico molto limitate. Quindi invece di concentrarsi sul ‘credo’ e sulle discussioni da bar concentriamoci su cosa si è fatto concretamente in un’area che nasce come una palude e che storicamente è sempre stata inondata. Aspetto delle risposte”.