Berlusconi, l'avvocato Coppi: "Era amareggiato per l'inchiesta sulle stragi"
Lo storico legale racconta il suo ultimo incontro con l'ex premier: "Il problema erano gli appelli nell'inchiesta di Firenze e le voci che circolavano..."
Berlusconi, Coppi: "Agli amici regalava cravatte, a me dava la cassa"
La morte di Silvio Berlusconi ha chiuso anche un lungo capitolo di vicende giudiziarie a suo carico, il suo storico avvocato Fausto Coppi racconta l'ultimo incontro con il suo assistito, poco prima del ricovero. "Ci siamo incontrati l’ultima volta - racconta Coppi a La Stampa - qui a Roma poco prima del ricovero per fare il punto della situazione". E rivela che "c’erano state le sentenze favorevoli di Siena e di Roma. Il problema erano gli eventuali appelli di queste sentenze e le voci che circolavano su un fascicolo aperto dalla procura di Firenze sulle stragi di terrorismo del '93 su cui non abbiamo avuto nessun avviso di garanzia né conferme sul suo eventuale coinvolgimento. Era amareggiato".
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Coppi svela retroscena su Berlusconi. "Sul piano umano e personale - prosegue Coppi a La Stampa - era molto piacevole. Dal punto di vista professionale Berlusconi aveva molta fiducia nell’operato dei suoi avvocati, non era ansioso e non era assillante. Le accuse che gli sono state mosse sono cadute tutte quante tranne in Cassazione con il famoso processo sui diritti televisivi. Con una sentenza che ha dato luogo a molte polemiche e sulla quale ci sarebbe ancora molto da discutere". Coppi racconta che Berlusconi aveva casse di cravatte che si faceva fare da un artigiano di fiducia. "Le teneva per donarle ai suoi ospiti. A me dava tutta la cassa". Dice che gli mancherà: "È uno dei personaggi che hanno fatto la storia".